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Quella casa nel bosco

Regia di Drew Goddard vedi scheda film

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maurizio73

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La recensione su Quella casa nel bosco

di maurizio73
6 stelle

Cinque ragazzi, amici di college, decidono di recarsi in una isolata baita tra i boschi per una breve gita fuoriporta durante il weekend. Quello che non sospettano è che una regia occulta e spietata ha organizzato tutto con lo scopo di pianificare e mettere in atto il misterioso sacrificio di vittime innocenti e predestinate ad opera dei peggiori incubi che la fantasia umana abbia mai potuto partorire. Carneficina assicurata con...sopresa finale!
L'esordiente regista Drew Goddard (già sceneggiatore di'Buffy - L'ammazzavampiri' e affiancato nello script proprio dal creatore della serie Joss Whedon) ha deciso di stupirci con i mirabolanti effetti speciali di questo stralunato e ammiccante teen-horror-reality e, a giudicare dai risultati di pubblico e di critica, sembra proprio esserci riuscito appieno. Partendo dal presupposto che le strade dello splatter-horror sono infinite e tutte senza sbocco, saturate dai modelli e dagli epigoni che ne hanno replicato all'infinito i codici ed i meccanismi di intrattenimento negli ultimi trent'anni (o giù di lì), è pur vero che una riflessione sul cinema e sulla matrice riconoscibile dei suoi molteplici linguaggi è sempre possibile,quando non auspicabile, ed è proprio l'argomento della tesi cinematografica che sembra impegnare Goddard (cognome allitterante e altisonante quando si parla di cinema) in questa divertita rassegna sugli stereotipi tanto del genere (o dei generi cui sembra alludere) quanto soprattutto di quei processi metacinematografici che portano pirandellianamente i cinque personaggi del racconto in cerca del proprio misterioso autore/demiurgo ('Burattinai?...Burattini!,Sì,burattini!' sussurra timidamente lo 'strafatto' della compagnia). Recuperando il clichè di una ben assortita compagine di vittime sacrificali (la vergine per ultima e non è detto che debba morire) nella trasferta di una location ormai divenuta un classico del cinema splatter ('La casa' Sam Raimi 1982) e riconfigurando le distopie da manipolazione demiurgica che dai sospetti di una realtà posticcia ('The Truman Show - Peter Weir 1998) portano alla sala di controllo di una contaminazione eterodiretta tra realtà e virtualità ('The Matrix ' Lana e Andy Wachowski -1999), il film del giovane Goddard porta un piccolo contributo alla elaborazione dei processi di scrittura che informano da sempre il cinema yankee e dove la pretestuosità delle motivazioni finali (un sacrificio agli spietati e antichi Dei dell'intrattenimento 'tout court') vale come scanzonato divertissement che coniuga le sboccate ironie della teen commedy di ambientazione collegiale alla truculenza gratuita e gratificante dello slasher per gusti non proprio raffinati. Non ci sono ambizioni critiche nè velleità teoriche in questa messa alla berlina dei paradigmi del genere, quanto piuttosto la voglia di mettersi in gioco in un'operazione intelligente e straripante che anima la disperata e consapevole ribellione di personaggi posticci in rivolta contro il loro stesso autore. E chi se ne frega se questo significa la fine del mondo, tanto prima o poi qualcuno deve fare pur scorrere la scritta 'Fine' ed i titoli di coda.

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