Regia di Matt Piedmont vedi scheda film
Originalissimo esperimento meta-cinematografico con un Will Ferrell atipico che recita per di più in spagnolo. Il risultato non è un granché ma il coraggio di tentare strade nuove va comunque secondo me lodato. VOTO: 5
Ed ora ecco a voi qualcosa di completamente diverso! Will Ferrell spegne le 45 candeline e decide di metter su una sorta di esperimento meta-cinematografico sotto forma di incrocio tra parodia di telenovelas latinoamericane e film western. Insomma, il coraggio non gli ha fatto difetto. Il plot, un semplice pretesto per portare in scena detto esperimento, vede Armando (Will Ferrell, naturalmente) nelle vesti di onesto e ingenuo vaquero messicano di mezz'età che ha sempre vissuto all'ombra del brillante fratello Raul (Diego Luna). Quando questi viene però assasinato dagli uomini del potente Lord della droga Onza (un Gael Garcia Bernal davvero in parte), toccherà a lui salvare il ranch di famiglia e la giovane e bella Sonia. A dirigere il film è Matt Piedmont, alla sua opera prima dopo un passato da creatore di testi per il Saturday Night Show, che dimostra originalità e profonda conoscenza delle tecniche cinematografiche. E questo è forse (anche) il problema, la causa del fallimento di “Casa de mi padre”. La comicità del film è infatti costruita sull'assurdo, su continui (ma voluti) pacchiani errori tecnici, tipo sfondi chiaramente artificiali, inquadrature 'rotte', manichini per nulla dissimulati laddove dovrebbero esserci comparse in carne e ossa, fotografia improbabile, ecc. Ora, a una persona con buona conoscenza dell'intranet cinematografico tutto questo può far sorridere, ma allo spettatore medio alla ricerca del consueto film di Ferrell causerà solo un enorme, ininterrotto punto esclamativo nel cervello e il sospetto di trovarsi al cospetto di un B-Movie bell'e buono. Non solo, il film gioca intelligentemente con il bilinguismo anglo-ispano, con tutti i ruoli principali appannaggio di attori messicani, più lo stesso Ferrell che recita non doppiato in spagnolo con carinissimo (non saprei dire quanto voluto) accento pseudo-messicano. Tutto questo, di nuovo, restringe fortemente l'ipotetica platea, giacché solo chi ha pieno controllo di entrambi gli idiomi potrà apprezzare tali finezze. Insomma, davvero un film per pochi intimi e che comunque non diverte granché. Lo salvano dalla bocciatura, almeno a mio mio giudizio, l'originalità del soggetto e la gustosissima canzone sui titoli di testa e di coda in puro stile James Bond, interpretata da Christina Aguilera.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta