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Buona giornata

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Buona giornata

di sasso67
4 stelle

Inutile cercare, in un film come questo, un ritratto, una fotografia o uno spaccato dell'Italia di oggi. I fratelli Vanzina potevano abbozzare operazioni di quel tipo in altre epoche della loro carriera: Yuppies o Le finte bionde, pur con qualche sospetto di compiacimento, possono passare per satire di costume, ma si parla pur sempre di venti o trent'anni fa. Nel frattempo, i figli di Steno sono passati per troppi cinepanettoni, troppe cinecolombe, troppi cinesalvagente, per poter aspirare ancora a raccontare credibilmente qualcosa di più serio delle barzellette.
Qui, la parte con Lino Banfi è testimone del discredito in cui è meritatamente caduta la classe politica italiana, ma l'anziano e pur bravo attore pugliese interpreta un esempio limite di cinismo applicato all'italianissima arte di salvarsi il culo. Niente di più. Il brano con Salemme perte bene, ma poi il comico napoletano esagera con il suo antico vizio della logorrea senza se e senza ma e l'intero episodio scade in caciara, come sempre quando non si riesce a trovare una plausibile conclusione. De Sica impersona un ruolo talmente scontato e sfruttato che il suo potrebbe essere un episodio di un film degli anni Ottanta (o a scelta: Cinquanta; Sessanta; Settanta) riciclato più o meno abilmente. Meglio non dire niente del segmento con il tifoso viola Paolo Conticini (peraltro pisano e quindi arcinemico dei fiorentini), utile soltanto a mostrare un paio di scorci turistici, fra l'altro più che inflazionati, di Firenze e di Verona. Macchiettistica la partecipazione di Teresa Mannino, con un personaggio che sarebbe potuto essere interessante all'inizio degli anni Novanta, ma oggi suona assai invecchiato e poco incisivo.
Resta da dire dell'episodio affidato a Diego Abatantuono, che l'attore si è anche scritto. Pur essendo irrisolto anche narrativamente, è l'unico che abbia una ragione d'essere e che faccia minimamente divertire.
Penosa la conclusione collettiva al quiz televisivo condotto da Fabrizio Frizzi.
Sembra perfino incredibile che in questi anni si continui a fare film come questo e che qualcuno continui ad andare a vederlo al cinema. Ma forse è l'unico tipo di cinema che i Vanzina abbiano mai (non solo oggi, quindi) saputo fare.

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