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The Master

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Master

di elle driver
8 stelle

The master è un film complesso, imperfetto, disturbante, visionario e talmente stratificato da sembrare quasi un essere vivente, un organismo pensante. Sebbene i riferimenti alla vita del fondatore di Scientology siano molti e anche evidenti, quest' ultimo lavoro di Paul Thomas Anderson affronta ben altri argomenti. Sin dalle prime immagini, alle quali fa da contrappunto la musica allucinata di Jonny Greenwood, si percepisce come il film descriva l' insieme delle visioni e delle esperienze di un uomo disturbato e in crisi, il cui flusso di coscienza è rappresentato dai flutti del mare che scorrono dietro di lui. Freddie Quell è un uomo traumatizzato da un passato difficile e dagli orrori della Seconda guerra mondiale, sente di non appartenere più a nulla, cerca inutilmente l' oblio nell' alcol e in intrugli chimici che lui stesso distilla, è ossessionato dal sesso e soprattutto è solo. Di ritorno dalla Guerra, Freddie lavora come fotografo in un grande magazzino, ritraendo i volti sorridenti della classe media americana, il cui perbenismo borghese nasconde ben altre identità e intensifica quella "Rabbia giovane" che sempre scuote il suo animo. Per questo Freddie non resta a lungo nello stesso posto, nella continua ricerca di pace e normalità.
Poi come un miraggio sfocato appare agli occhi di Freddie una nave, il cui nome Alethia ( dal greco Aletheya) non è scelto a caso ma descrive uno stato di rivelazione, di verità, di non essere nascosto, e rappresenta il destino a cui Freddie sta per andare incontro. E' sulla Alethia che avviene il primo incontro tra Freddie e Lancaster Dodd, fondatore di un gruppo chiamato "La Causa" volto a sperimentare nuove tecniche di indagine dell' inconscio. Dodd guarda a Freddie con lo stesso stupore misto a senso di dominio con cui l' uomo bianco  guardava al selvaggio da "civilizzare", presentandosi dunque da subito come una figura emblematica e ambigua in cui il maestro e il dominatore si fondono e si alternano. Freddie invece vede in Dodd l' uomo che riuscirà a mettere ordine nel caos che gli ribolle dentro, la ragione contrapposta all' istinto animale. E' il rapporto tra i due uomini il vero fulcro del film, un vero rapporto d' amore e dipendenza reciproca. Tutto in questo film è ambiguo, doppio, perchè alla base del film vi è la certezza che non si può fornire una chiave di lettura univoca della realtà e delle persone. Lancaster Dodd è la figura paterna con cui Freddie instaura un rapporto di amore- odio ma è anche il padrone a cui si deve appartenere. Altra figura fondamentale e ambigua è Peggy Dodd, moglie di Lancaster e vero "deus ex machina" alle spalle del marito. E' lei che detta le sue direttive morali al marito, e in questo senso sono emblematiche la scena della masturbazione o quella in cui comanda a Freddie di "vedere" il colore dei suoi occhi prima azzurri e poi neri, o quella in cui Dodd durante una festa canta una canzone con cui di fatto ammette che il suo matrimonio è fondato sulla manipolazione e sulla coercizione, lo sguardo severo di Peggy su Freddie afferma il suo ruolo di perno matriarcale, ella è la Madre con la quale Freddie non riesce a relazionarsi, figura shakespeariana che si muove nell' ombra è lei il vero Maestro del titolo. La dottrina che Dodd vuole affermare finirà quindi per spersonificarlo e ridurlo al ruolo di servo, come egli stesso ammette durante l' ultimo incontro con Freddie :" Se trovi il modo di vivere senza un maestro torna qui a raccontarmelo". 
The Master  non è un film semplice perchè molteplici sono le sue chiavi di lettura, i particolari di una scena si ritrovano modificati e ribaltati nella scena successiva, dimostrando quanto Paul Thomas Anderson sia padrone eccelso della macchina da presa e dell' arte filmica. Ottima la scelta degli attori: Amy Adams nel ruolo di Peggy e Philip Seymour Hoffmann nel ruolo di Lancaster Dodd e attore feticcio di Anderson sono perfetti nel rappresentare l' ambiguità dei personaggi, ma è soprattutto l' mmensa prova  di Joaquin Phoenix a restare indelebile nella memoria: maschera deformata di se stesso, corpo attoriale distorto e osceno ma profondamente drammatico e umano. 

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