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La leggenda del cacciatore di vampiri

Regia di Timur Bekmambetov vedi scheda film

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La recensione su La leggenda del cacciatore di vampiri

di mc 5
8 stelle

Questa pellicola di produzione americana per alcuni aspetti originale e sorprendente (come cercherò di argomentare), in realtà sta collezionando una serie di stroncature che non mi vedono per niente d'accordo. Ho trovato il film divertente, godibile e capace di far convivere brillantemente un tipo di cinema classico e popolare con interessanti suggestioni horror, mettendo completamente al bando ogni smania tecnologica da videogame, e superando lo stile imperante di tante opere che si reggono (in mancanza d'altro) solo sulla potenza degli effetti speciali. Il sottoscritto si è divertito forse perchè ha vissuto il film come un lungo racconto popolare, che mescola suggestioni teoricamente piuttosto diverse tra loro. Chi mai avrebbe infatti pensato, prima d'ora, di affiancare l'anima nera dei non-morti e la maledizione che ne accompagna l'immortalità alla storia di una Nazione (gli USA), interpretando la conquista della Libertà come lotta estrema alle creature del Male? E' evidente che siamo nel territorio della pura fantasia e certi accostamenti solo in tale ottica sono accettabili, ma non si può non scorgere qualche barlume di geniale estro creativo in chi si è cimentato con questo originale modo di riscrivere la storia di una Nazione in chiave di epopea da leggersi in sottotesto "dark fantasy". Posto e ribadito che siamo dalle parti di un horror tradizionale, noi sappiamo bene che la forza di tanto nuovo cinema dell'orrore (soprattutto europeo, direi) sta proprio in una lettura politica di ciò che ci viene proposto. Ebbene, nel nostro caso, questa lettura sta alla base di tutto, sebbene essa sia curiosamente intrisa non di palpitanti tensioni moderne ma, quasi al contrario, di slanci libertari in un'ottica e in uno stile da antico cinema popolare. Qui non abbiamo gli zombies a rappresentare il sottoproletariato in rivolta, però troviamo i vampiri che sposano la causa del razzismo e dello schiavismo. E questi "vampiri fascisti" (se mi si passa il termine) vengono affrontati da Abramo Lincoln sia sul piano politico attraverso la Costituzione e gli appelli ai cittadini americani ad essere consapevoli dei propri diritti, sia raccogliendo quintali di argento da impiegare come arma micidiale negli scontri fisici coi vampiri, sui campi di battaglia. Ed è davvero curioso vedere scene di guerra in cui ci vengono mostrati questi vampiri in uniforme che esibiscono in battaglia il loro "apparato dentario". Per sintetizzare il senso di quanto finora esposto, diciamo che questo film riesce a dire qualche parola nuova sul tema dei vampiri e a suggerire qualche visione inedita, però poggiando il tutto su una struttura stilistica saldamente tradizionale. Da segnalare senz'altro un finale decisamente spiazzante che trasporta improvvisamente lo spettatore ai nostri giorni, cogliendolo davvero di sorpresa. Un pò come accade spesso negli horror moderni che ci riservano il consueto "twist ending", solo che nel nostro caso esso è intelligente e stimolante. La vicenda percorre, passo dopo passo, la vita di Abramo Lincoln, un'esistenza tutta votata al perseguimento della Libertà per i cittadini americani, lottando strenuamente contro razzismo e schiavismo, elementi difficili da estirpare presso certa popolazione gretta, ignorante e retrograda. Alla buona riuscita contribuisce un ottimo cast. Del protagonista, Benjamin Walker, è stato scritto che è impacciato e fuori parte. Io la penso all'opposto. L'ho trovato bravissimo e, anzi, quella sua faccia "un pò così", diciamo leggermente anonima, è assai funzionale al ruolo di "uomo qualunque", che non desidera farsi notare. Salvo poi, da adulto invecchiato, grazie al trucco, diventare un Presidente Lincoln pressochè perfetto. Analogo discorso per la moglie, Mary Elizabeth Winstead, anche lei non troppo appariscente e perfettamente misurata. Chi invece si fa notare (eccome!) è il sempre più brillante Dominic Cooper, attore formidabile che si sta facendo largo a grandi passi, aiutato anche da una faccia di quelle che non si dimenticano tanto facilmente. A coloro che hanno storto il naso criticando una sceneggiatura un pò troppo "fantasiosa" vorrei far notare che in fondo è solo un prodotto di intrattenimento, e nulla è detto dunque che sia da prendere sul serio. Divertente è infatti vedere Lincoln come un Super Eroe che di notte va a caccia di vampiri con la sua inseparabile scure, mentre di giorno è un goffo commesso di negozio, proprio come un Peter Parker qualsiasi, o un Clark Kent. Due parole sugli effetti speciali, non senza prima aver addebitato al regista un'insistenza troppo compiaciuta circa l'uso del ralenti. In realtà le sequenze visivamente spettcolari sono un paio, una girata tra una moltitudine di cavalli al galoppo e l'altra (assai movimentata) su un treno in fiamme. L'impressione è che si tratti di effetti speciali vagamente artigianali e non troppo clamorosi, quasi a marcare un netto distacco da certi blockbuster tonitruanti gonfiati tecnologicamente a dismisura. E infine non disprezzabile per i più giovani (che peccato il divieto ai minori di 14 anni) il messaggio sul valore dell'Amicizia: i due protagonisti maschili sono vincolati da un sentimento profondo che supera perfino la loro opposta condizione (uno vampiro e l'altro umano).


Voto: 8

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