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Che cosa aspettarsi quando si aspetta

Regia di Kirk Jones vedi scheda film

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La recensione su Che cosa aspettarsi quando si aspetta

di supadany
5 stelle

Commedia corale a stelle e strisce che sfrutta, con più accezioni negative rispetto a quelle positive, un tema in grado di coinvolgere chiunque (ovviamente soprattutto il pubblico femminile), ovvero la gravidanza, dalla genesi di un rapporto fino al fatidico momento con tutte le gioie, le paure e le incomprensioni del caso, scendendo in alcuni casi sotto il livello di decenza.

Quattro storie (e mezza) si spartiscono il palcoscenico.

Jules (Cameron Diaz) e il suo compagno Evan (Matthew Morrison) trovano sempre un modo per discutere sulle prime decisioni da prendere quando il loro primogenito vedrà la luce, soprattutto il tema della circoncisione è il più battuto.

Rosie (Anna Kendrick) e Marco si trovano per errore di fronte ad una gravidanza che porterà soprattutto dolori nel loro rapporto nato un po’ per caso.

Wendy (Elizabeth Banks) cerca da tempo col suo compagno Colin (Ben Falcone) di rimanere incinta, ma quando ci riesce dovrà rivedere alcune sue posizioni in materia.

Anche il papà di Colin (Dennis Quaid), insieme alla sua procace compagna (Brooklyn Decker), aspetta dopo tanti anni un figlio e la cosa complicherà i rapporti in famiglia.

Holly (Jennifer Lopez) e suo marito (Rodrigo Santoro) visto che non riescono ad avere figli decidono di procedere con un’adozione, con lei più convinta di lui.

 

 

Da Kirk Jones (“Stanno tutti bene”, 2009, e soprattutto “Svegliati Ned”, 1998) mi sarei aspettato una conduzione meno banale e soprattutto in grado di fornire qualche spunto di riflessione, che sulla carta non mancherebbero, ma poi sullo schermo vengono trattati malamente.

In questo modo la sua pellicola appare sufficientemente snella quando il profilo è prettamente leggero, mentre gli innesti drammatici non hanno peso specifico, con alcuni trattamenti davvero risibili (vedasi per esempio il frangente della parte con Anna Kendrick protagonista).

Ovviamente quando arriva il fatidico momento (i tre parti che vanno in porto avvengono in simultanea) è difficile non lasciarsi andare ad un po’ di emozione, la gestione entra prepotemente in gamba tesa sulla nostra coscienza, ma almeno qualcosa si smuove.

Certo è che con tanti caratteri in gioco, si doveva almeno tentare di andare un po’ oltre la superficie (e la superficialità) delle cose in almeno qualche caso, invece in questo modo non si può andare oltre ad un prodotto mainstream con parecchie lacune narrative e solo qualche breve spezzone divertente, ma senza grande che questi possiedano chissà quale vitalità.

Così rimane un prodotto di facile consumo, senza particolari ambizioni che gioca la sua partita senza troppa convinzione producendo pochi aspetti interessanti.

Moderatamente divertente, ma soprattutto banale.

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