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Come un tuono

Regia di Derek Cianfrance vedi scheda film

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La recensione su Come un tuono

di ROTOTOM
8 stelle

Come un tuono, titolo originale The Place Beyond the Pines ,  è il secondo film di Derek Cianfrance distintosi nel 2010 per il mitizzato, mal distribuito e apprezzato dai pochi carbonari che ne hanno sancito il mito con il passaparola, Blue Valentine . Dramma amoroso che aggiornava alla contemporaneità del terzo millenio la decadenza dell’affettività schiantata dalla quotidianità che non lascia scampo  che ebbe in 5 Pezzi Facili di Bob Rafelson il suo punto più alto durante la new hollywood. Blue Valantine ha così aperto la strada al nuovo film, finalmente distribuito e visto.  Protagonisti l’ormai attore feticcio Ryan Gosling che impasta il suo ruolo in un mix dei suoi ruoli più riusciti, ovvero lo stunt senza nome che fu in Drive e il disadattato dal cuore buono proprio di Blue Valentine. Bradley Cooper è l’altro protagonista, attore in rampa di lancio per il firmamento delle stelle del cinema, già nominato all’Oscar per Il lato positivo.

Come un tuono è un melò a tinte noir, molto più riuscito e maturo del pur apprezzabile esordio che eccedeva in derive ruffiane in stile Sundance e una crudeltà emotiva esibita per coprire l’assenza di plausibilità degli eventi , i cui sviluppi narrativi non erano poi così puntuali.

E’ necessario parlare di Blue Valentine per introdurre Come un tuono perché i temi sono gli stessi, aggiornati e ricomposti in una sceneggiatura molto accurata, divisa in tre atti che ricompongono il disegno originario. La paternità negata, l’impossibilità di essere normali e la vita che non offre una via fuga alla strada imboccata. Nella contemporaneità depressa di Cianfrance, quella dell’uomo comune che sopravvive ad una società soverchiante spietata, è la facoltà di scelta la chiave di volta.  Sentimenti che riflettono la drastica condizione di cittadini schiantati dalla crisi economica ormai privati dell’orizzonte su cui posare lo sguardo. L’orizzonte salvifico per lo stunt Luke (Ryan Gosling) è la comparsa dal passato (elemento comune ai film noir) di  Romina una ex fiamma  (Eva Mendes) che gli porta in dote un figlio. La scelta è quella di tentare il colpo, rapinare banche per riempire di attenzioni l’inaspettato frutto del destino, simbolo di un futuro da proteggere e diretta emanazione dell’atavica necessità di riprodursi per dare un senso all’esistenza.   L’agente Avery Cross  (Bradley Cooper) è il poliziotto che lo uccide durante l’inseguimento, anch’egli tormentato dai fantasmi ma che sfrutta la condizione di eroe per la carriera politica. Le colpe dei padri si riversano sui figli nella poetica di Cianfrance, e i due figli dei protagonisti si rincontreranno nel futuro chiudendo ogni conto in sospeso. L’impronta paterna è un marchio che va al di là di qualsiasi condizione, la genetica non sbaglia e non lascia possibilità di scelta. La chiusura di questa storia ad incastro è perfetta, l’unica possibile, la fuga in cerca di un posto al di là dei pini, come recita il titolo originale.

Può essere considerato il Magnolia del decennio, svuotato dal caso che guidava le azioni degli uomini  e focalizzato sul libero arbitrio, condizione essenziale dell’essere umano che ne scrive il destino e con esso il destino di altri esseri umani. Non c’è spazio per il fato, non c’è ironia in Derek Cianfrance. C’è la violenza però, una violenza normalizzatasi nelle relazioni casuali, nell’astrazione della vita scandita sul estemporaneità e sulla mancanza di empatia che regola i rapporti tra gli uomini. La paternità negata è forse la violenza più estrema all’ intima essenza dell’uomo. Quella che viene negata a Luke e che in precedenza , ancora più dolorosa, veniva rifiutata proprio dal protagonista, nella straziante ultima scena di Blue Valentine.

Il film, diviso in tre parti distinte riesce però ad essere estremamente coeso  portando il massacro dei sentimenti verso punte di dolore acutissime. Ritmo alto per un film abbastanza lungo ma che strutturato come un noir in cui solo nel terzo atto si avvertono gli effetti delle scelte compiute dai protagonisti nei precedenti due, non lascia mai la presa sull’emotività dello spettatore. Attori in stato di grazia, oltre ai già citati Cooper e Gosling un’intensa Eva Mendes e Dane DeHaan il ragazzino già interprete di Chronicle che qui fa la stessa parte da studente problematico ma svuotato dei superpoteri del film precedente. Da vedere assolutamente.

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