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Come un tuono

Regia di Derek Cianfrance vedi scheda film

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La recensione su Come un tuono

di michemar
8 stelle

Su tutta la storia domina il rapporto tra padri e figli. Una paternità scoperta quasi per caso fa cambiare la vita ad un soggetto spericolato che trova all’improvviso lo scopo per cui guadagnare. Ma come fare soldi? e facilmente? Semplice. Rapinare banche. E qui incrocia l’altro padre, un poliziotto integerrimo.

E’ un trittico sequenziale, e i personaggi sono quattro. Ma non è un triangolo e neanche un quadrato, forse un cerchio; un cerchio che si chiude e il lucchetto è una moto Honda che parte per andare lontano chissà dove. I personaggi rilevanti sono quattro e sono uomini: l’unica donna di rilievo è Romina, una Eva Mendes dolente e per nulla sexy che recita quasi di nascosto, il suo ruolo è quello della mamma del piccolo Jason, il cui futuro benessere è la molla che fa cambiare vita ad uno spericolato stuntman motociclista. Luke, il bello, il biondo.

 

Ryan Gosling

Come un tuono (2012): Ryan Gosling

 

Derek Cianfrance mantiene il suo stile già visto nel bellissimo e invisibile “Blue Valentine”: lunghi piani sequenza, dialoghi spesso sottovoce, riprese soggettive a ridosso dell’attore con frequenti primissimi piani; forse un uso esagerato della camera a mano, traballante fino a sembrare le riprese di noi dilettanti in vacanza. Tra lui e Gosling il rapporto è sicuramente forte, forse si parlano anche poco prima dei ciak: uno lo inquadra e l’altro ammicca, sorride allargando appena il naso, e ha sempre qualcosa in bocca. Se il Refn di “Drive” gli mise tra le labbra lo stuzzicadenti, Cianfrance qui gli fa tenere sempre una sigaretta, sempre accesa, tranne quando fa il suo mestiere col casco in testa, poi nelle rapine in banca, realizzate perché ha bisogno di soldi.

 

Ryan Gosling, Eva Mendes

Come un tuono (2012): Ryan Gosling, Eva Mendes

 

Molto probabilmente tanta gente dal trailer deduce che sia un film d’azione e spettacolare e invece si sbaglia di grosso. E’ un noir dolente e straziante, proprio come il film precedente di questo regista era una storia d’amore dolente e straziante. Entrambi melodrammi, solo che qui il noir si affaccia piano piano dopo un inizio alquanto mosso e nervoso: in pratica si va a cento all’ora fin quando vediamo sullo schermo il biondo Luke, poi lui sparisce dalla storia anche se domina sempre dal di fuori della trama e il ritmo scende fino a farci stare sulle spine. Inesorabile, il destino porta ad incontrare i figli dei due protagonisti iniziali, quasi fosse scritto nei loro destini sin dall’antichità e quando ancora una tragedia pare si stia compiendo, il mare in tempesta si calma ed ognuno riprende la sua strada.

 

Bradley Cooper

Come un tuono (2012): Bradley Cooper

 

Su tutta la storia domina il rapporto tra padri e figli. Una paternità scoperta quasi per caso fa cambiare la vita ad un soggetto spericolato e senza scopo nella vita, che trova all’improvviso lo scopo per cui guadagnare: appunto un bimbo che non sapeva di avere. Ma come fare soldi? e facilmente? Semplice. Rapinare banche. E qui incrocia l’altro padre, un poliziotto integerrimo. Ed è qui che finisce l’azione ed inizia il dramma e il ritmo del film si adegua.

 

Bradley Cooper

Come un tuono (2012): Bradley Cooper

 

Il Cianfrance di “Blue Valentine” balza subito agli occhi nella scena in cui il poliziotto Avery Cross (un incredibilmente bravo Bradley Cooper) ha un colloquio basilare e chiarificatore con il procuratore distrettuale: dialoghi quasi sussurrati, nervosi, al limite della rottura e del litigio, poi quando sembra tutto irreparabile ecco l’accordo. Sembra di rivedere appunto i colloqui tra Ryan Gosling e Michelle Williams. Sceneggiatura quindi inappuntabile, da cancellare solo la battuta sul presidente Roosvelt, che l’avrebbe saputa fare anche il mio nipotino più piccolo.

 

Eva Mendes

Come un tuono (2012): Eva Mendes

 

Qualcuno in questi giorni ha scritto che il film è una copia non riuscita di “Babel”, ma non sono d’accordo. Questo è tutt’altro, è una storia sì che intreccia il destino di persone all’apparenza lontane, ma che lontane non sono. E’ il dipanare di una matassa con un lungo filo che ha dei nodi, ma il filo è sempre lo stesso, quello di un destino che non puoi evitare, che sta aspettando che i figli di due padri che si incrocino e si scontrino, come è successo a loro.

 

Emory Cohen, Dane DeHaan

Come un tuono (2012): Emory Cohen, Dane DeHaan

 

A proposito di figli. Dane DeHaan lo abbiamo visto già in “Lawless” e per me ha un futuro, con la sua predisposizione al tragico e alla sofferenza; ma Emory Cohen ha un futuro assicurato. La sua faccia è maledetta già adesso e non mi meraviglierò se presto per lui arriveranno film importanti e forse premi. E’ la mia scommessa.

 

Ero entrato in sala scettico e ne sono uscito entusiasta: bel film, da vedere. Derek Cianfrance ci farà vedere ancora cose interessanti. Però Ryan Gosling adesso deve uscire dallo stereotipo dei personaggi maledetti, non si crederà mica il James Dean del terzo millennio!

 

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