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Project X. Una festa che spacca

Regia di Nima Nourizadeh vedi scheda film

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La recensione su Project X. Una festa che spacca

di alan smithee
4 stelle

Ero curioso di vedere il film più scaricato negli ultimi mesi, di cui molti parlano, spesso male, altre volte tuttavia utilizzando aggettivi che incoraggiano un po' di più ad affrontarne una visione in questa primavera uggiosa. Insomma un film piccolo, sciattino, ogni tanto minimamente divertente (gli addetti alla security, piccolini e gracili ma apparentemente cazzuti e impegnati e convinti nel loro ruolo, a cui uno dei tre protagonisti chiede: ma siete nani?) che parla di un tentativo di riscatto da parte di tre sfigatelli destinati all'emarginazione o almeno all'oblio. Un filmetto che non è circolato nelle sale, ma che comunque è riuscito a trascinarsi dietro un pubblico in tutti gli altri modi disponibili. E già questo è un merito non da poco. Certo poi la trama suggerita dai media a proposito del film, quella festa organizzata con molta improvvisazione e parecchia titubanza dai  tre nerds sfigati approfittando dell'assenza dei genitori di uno dei tre, risulta già in sé piuttosto debitrice di quel filone trash anni '80 inaugurato da film come Porky's o Risky Business e seguito con interesse dalle platee giovanili (ma non solo) di tutto il globo già oltre un ventennio (o trentennio) fa. E il filmetto, prodotto guarda caso da quel furbino di un Todd Phillip che ha capito che ripetere la formula pazzerella della "Notte da leoni" anche su altri livelli generazionali puo' funzionare (almeno commercialmente) sempre bene, procede prevedibilmente nell'avvicendamento del party fino alla sua non certo inimmaginabile degenerazione, con l'irruzione del folle pusher (armato di lanciafiamme) che rivuole il suo nanetto pieno zeppo di cocaina, la mercedes di papà che finosce in piscina e tutto il resto, fino a divenire un caso di cronaca nazionale, un episodio da rivolta civile che aizza i media e suscita dibattiti e approfondimenti. Certo lo stile da mockumentary con un quarto sfigato che guarda tutto il tempo dalla cinepresa e ci rende possibile la visuale in prima fila sulle concitate dinamiche della vicenda, è indubbiamente troppo (o troppo poco) per essere accettato o accettabile. Come del resto l'happy end romantico che i sagaci sceneggiatori della pellicola non hanno resistito di riservare al protagonista, aprendogli uno spiraglio rosa nel cuore della biondina eterna "amica-e-basta" di quest'ultimo; circostanza che assieme al clamore suscitato dalla vicenda, rende tutto sommato fieri i quattro fessi nerds della loro gloriosa impresa. Povero mondo, se queste saranno le colonne.

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