Regia di Dan Bradley vedi scheda film
Se Alba Rossa, il film di John Milius aveva un senso negli anni '80, Red Dawn - il remake eseguito dall'esordiente Dan Bradley (in passato aiuto-regista e coordinatore stuntmen in diversi film d'azione) - appare un pretesto per ennesimo action movie in salsa teenagers, vagamente tipo Hunger games, anche se in realtà pensato prima del successo della saga della Collins.
In realtà il film ha il merito di interpretare (involontariamente?) il desiderio del popolo americano di poter combattere contro nemici ben identificabili, con tanto di divisa e mostrine, impegnati nella più tradizionale delle contese belliche rappresentata dall'occupazione/difesa del territorio, in contrasto con la liquidità e mimetizzazione dei pericolosi terroristi dei tempi moderni...
Se la Korea del Nord decidesse di dar corpo alle sue minacce di far guerra agli USA, ma - incomprensibilmente! - non con l'arma nucleare o con bombardamenti intelligenti, ma usando la più antica strategia dell'invio di truppe, con lancio di paracadutisti sul suolo americano, e se un gruppo di studenti dopo la prima fase di sorpresa, coordinati dal fratello maggiore (un marine) di uno di essi, costituisse un primo nucleo di guerriglieri della resistenza? La storia è tutta basata sul loro punto di vista e si sviluppa sugli aspetti clamorosi delle loro azioni di guerriglia più che non sugli aspetti geo-politici.
Con i moderni effetti speciali è facile trasformare questi ragazzi in personaggi da videogames ossia implacabili cecchini e grandi combattenti, ma l'evoluzione sembra piuttosto superficiale.
L'approfondimento psicologico è peraltro minimo, tranne che per indagare gli antichi dissapori fra i due figli dello sceriffo locale. La storia ne esalta il coraggio e la dedizione alla causa, che richiederà loro enormi sacrifici sul piano personale.
I "cattivi" sono cattivi a tutto tondo, come nella migliore tradizione dei film di avventura.
In definitiva, tutto piuttosto mediocre.
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