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Re della terra selvaggia

Regia di Benh Zeitlin vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Re della terra selvaggia

di alan smithee
8 stelle

Il bello del cinema, di un certo tipo di cinema che si ingegna con poco materiale ma tanta testa, ricco di idee ma povero di mezzi, è anche quello di saper attingere da fatti, episodi, situazioni per creare idee e trame intriganti che vanno ben al di là (per fortuna) di quanto accaduto davvero nella realtà.
E tutto ciò in fondo caratterizza questa notevole sorpresa indipendente americana, accolta favorevolmente e premiata in più occasioni (Sundance e ancor più Camera d'Or a Cannes 2012, premio ambitissimo riservato alle opere d'esordio, vinto mentre partecipava al "Certain regard").
Lo sfondo rappresentato dalle devastazioni di un probabile uragano che ha portato l'ennesimo allagamento nello stato della Louisiana, rappresenta l'occasione (tragicamente) unica per l'esordiente Benh Zeitlin per rappresentare con una certa efficacia un mondo devastato da una catastrofe di proporzioni ben piu' elevate. Si immagina infatti che lo scioglimento delle calotte polari abbia sommerso il pianeta di acqua e che in particolare la Louisiana sia ormai semi coperta, se non fosse per un braccio di canale che mantiene a galla le ultime sponde, spingendo tuttavia buona parte della popolazione alla fuga.
Una bella bambina di nome Hushpuppy, testa riccia ribelle e stivaletto di lattice piu' alto di lei, vive col padre in una baracca sopraelevata come una palafitta e gioca serena tra una fauna che convive serenamente nonostante la catastrofe naturale. Impara a vivere di ciò che trova in natura, a pescare con le mani dalla imbarcazione di fortuna paterna costruita col portabagagli di un pick-up, sopravvivendo nella spensieratezza quasi fuori luogo grazie al paziente aiuto di un genitore che si preoccupa della sua incolumità nel giorno in cui la bimba dovesse restare sola.
L'idillio di una vita attorno ad una natura rigogliosa che si rifiuta di essere sommersa è interrotto quando, dopo un litigio tra la bambina e il padre, un pugno nel petto della prima, piccola come uno scricciolo, contro il petto robusto del genitore fa sì che quest'ultimo svenga improvvisamente, contraendo un misterioso malessere che lo rende instabile e umorale. Nel contempo lo scioglimento dei ghiacci libera dal sonno eterno animali preistorici minacciosi che avanzano affamati alla ricerca di cibo. Sospeso tra fiaba incantata e racconto dai toni gotici tipici di certe favole nordiche, il film risulta davvero singolare e appassionante nel descrivere un rapporto di coppia filiale così intenso, incentrato sugli aspetti più primordiali che sono la sopravvivenza e l'istinto di prosecuzione della specie che va coltivato ed educato, quando ormai il tempo stringe e la natura fa i conti con le scellerate politiche umane che portano dapprima a semplificarsi l'esistenza, poi sempre piu' in fretta alla devastazione totale. Un favola fantascientifica girata con i canoni del documentario naturalistico: una cosa mai vista che suscita stupore, ammirazione, e una sincera condivisione per tutti i premi e i clamori rispettivamente ricevuti e suscitati nei festival di mezzo mondo.

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