Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film
VOTO 7,5 EMOTIVO L'inquietudine è alla base del film, l'inquietudine di essere, la paura di sé stessi proprio quando il 'sé' è ancora in cerca di una dimensione. L'adoloscenza è il regno di queste problematiche, ancor di più se la storia narrata tratta di un giovane con turbe psichiche, dovute a traumi infantili. Dietro al titolo 'mocciano' scelto dalla distribuzione italiana si cela un gioiellino intimista e sensibile, l'opera della vita, diretta, sceneggiata e scritta dal regista (suo anche il romanzo originale), dai chiari connotati autobiografici, nella delicatezza dello sguardo e nel pudore dei temi trattati. Ma allargando lo sguardo, il messaggio d'autore non si ferma all'età "inquieta", diventando sempre più universale, parlando di incomunicabilità e frustrazioni esistenziali, dove i bei dialoghi, fanno letteralmente esplodere alcune scene decisamente difficili da dimenticare. Gli adolescenti di The Perks of Being a Wallflower sono quelli più 'nobili' e interessanti in bilico fra la posta di Cioè e la sensazione panica degli artisti e non quelli volgari pronti per l'omologazione sterile al sistema. Ed è per questo che commuovono e coinvolgono, perchè risvegliano in noi i sentimenti più nobili e liberi dell'animo umano, lontani dalle responsabilità adulte, è come se ritrovassimo un diario scritto da noi stessi a quindici anni... Così alla fine con Heroes a tutto volume e Charlie che si abbandona alla 'bellezza dell'infinito' sono fiero di dire che ho pianto di felicità come una fontana.
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