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Pirati! Briganti da strapazzo

Regia di Peter Lord, Jeff Newitt vedi scheda film

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La recensione su Pirati! Briganti da strapazzo

di mc 5
10 stelle

Mentre si profila una lotta a coltello per aggiudicarsi il titolo di campione del weekend di Pasqua tra il Titanic che sprofonda in 3D e Julia Roberts che ghigna perfida in versione glam, per quanto mi riguarda non ho alcun dubbio: il film più idoneo ad accreditarsi come splendido dolce pasquale è questo delizioso e irresistibile "Pirati!". Già lo scorso Natale avevo commesso l'imperdonabile errore di perdermi il penultimo prodotto targato Aardman ("Il figlio di Babbo Natale", che cercherò comunque di recuperare in DVD) e stavolta dunque non potevo permettermi di saltare il turno. E' che a me questi della famosa casa di produzione inglese stanno proprio simpatici, insomma io della Aardman mi fido a prescindere; è come quando dai fiducia ad un prodotto commerciale perchè percepisci che quel marchio non ti deluderà mai. La storia della Aardman è ormai lunga e costellata di successi, certamente non tutti dello stesso livello, ma sempre di qualità più che dignitosa, e tutti contraddistinti da un implacabile umorismo british e da soluzioni comiche narrative che differenziano notevolmente quel tipo di prodotto, nello spirito ideale quanto nella sostanza tecnica, dai lavori della concorrenza. E a questo posso aggiungere l'impressione che, rispetto alle opere targate Dreamworks e Pixar, i prodotti della Aardman paiono riuscire nell'impresa di far sorridere intere platee di ogni età affidandosi ad un genio creativo che si ispira a criteri artigianali e tradizionali, più che a massicce campagne di marketing. In altri termini: gli autori Aardman riescono a colpire nel segno con dei budget assai più ridotti rispetto a concorrenti molto più magniloquenti, certo senza dimenticare che si tratta di ambiti di business alquanto diversi (la Aardman al botteghino non farà mai i numeri della Dreamworks e della Pixar). Premesso che chi mi conosce sa bene quanto io sia fan sfegatato della Pixar, devo però confessare che, in ambito di cinema di puro intrattenimento, apprezzo molto di più per passare un'ora e mezza in serenità la plastilina in stop motion della Aardman rispetto agli (per me) ormai insopportabili Shrek o Panda o Pinguini o animali della foresta assortiti. E questo perchè io nell'animazione cerco ancora quel fascino infantile incontaminato e puro di cui in certi giocattoloni buonisti e miliardari non riesco ad inviduare più alcuna traccia. Quanto al film in questione, è uno spasso totale. Una di quelle opere che ti sollevano il cuore e lo spirito, con un'intelligenza e un acume che ti solleticano la mente mentre danno gioia ai tuoi occhi. E' un dilagare senza freni di un umorismo di matrice british che produce effetti esilaranti e a cui è impossibile resistere; un mix di ironia e paradosso che si tingono di grottesco, in un tripudio di rimandi e citazioni che conquistano il cinefilo, senza mai dimenticare una genuinità di fondo che raccoglie lo spirito di una tradizione narrativa ed estetica in grado di soddisfare anche il pubblico onnivoro delle multisale. In due parole: cinema d'animazione popolare ma intelligente e raffinato. Plastilina a passo uno, che rimanda gli anziani come me ai divertimenti dell'infanzia, generando serenità e gioia contrappuntate da un'ironia caustica e birichina che fa bene al cuore...e dunque siamo evidentemente quasi agli antipodi rispetto a certe megaproduzioni animate che muoveranno sicuramente molti più soldi ma hanno venduto l'anima attraverso una concezione industriale dell'animazione che spesso è solo ricerca dell'arruffianamento globale di massa. La storia è quella, semplicissima, di una ciurma di sciroccatissimi bucanieri guidato da "Capitan Pirata", un corsaro le cui quotazioni professionali sono in netto declino ma che saprà conquistare un suo prevedibile riscatto. Ma la trama ha ben poca importanza, qui quel che conta è la magnifica caratterizzazione dei personaggi. E bisogna dire che lo staff degli sceneggiatori ha lavorato veramente di fino, ricorrendo ad una serie infinita di sottigliezze, di dettagli, di piccole irriverenze, che ti fanno capire cosa vuol dire per uno sceneggiatore "avere delle idee". E qui di idee e trovate ce ne sono a getto continuo, certe volte lo schermo è talmente saturo di dettagli che lo spettatore non sa più dove guardare, per paura di perdersi qualcosa: c'è sempre qualche faccia di personaggio secondario che strabuzza gli occhi mentre il protagonista parla, oppure qualcosa che si muove in modo buffo sullo sfondo. Per farla breve, c'è una ricchezza nelle immagini che travolge lo spettatore, in un curioso corto circuito che collega tale abbondanza visiva ad una sensazione di animazione tradizionale e non sofisticata, e che quindi comunica nel contempo anche un'idea di antica "sobria povertà" che di digitale ha poco o nulla. I bambini (l'ho visto coi miei occhi) ridono e strepitano, gli adulti (anche questo riscontrato in sala) non fanno che sorridere beati; insomma non diciamo la solita ovvietà se affermiamo che questo film è in grado di essere apprezzato in ugual misura da un pubblico di ogni età. I personaggi sono tutti deliziosi, alcuni davvero memorabili: da Charles Darwin (sì, lui!) alla "piratessa" sexy di nome Sciabola Liz, passando per una curiosissima donna con barba posticcia. Ma i personaggi più clamorosi sono due animali le cui caratterizzazioni sono come minimo geniali: uno scimpanzè che si esprime mostrando dei cartelli scritti e poi un fantastico pennuto a cavallo tra una gallina e un pappagallo; lui si chiama Polly e posso garantire che l'effetto comico surreale che ne deriva è irresistibile. La qualità delle gag è sempre formidabile, spesso accompagnata a tempi comici eccellenti, in un contesto narrativo che certo non ricerca l'innovazione ma comunque centra perfettamente il bersaglio. Da segnalare infine una colonna sonora disinvolta e briosa che rende il tutto ancor più fluido e piacevole (e si tratta di nomi anche impegnativi, dai Beat a Desmond Dekker, dai Supergrass ai Pogues, e in particolare mi si è aperto il cuore quando quando ho sentito risuonare le note di "London Calling" dei Clash...). Pensierino finale. Non perdete l'occasione di un'ora e mezza a base di sapido umorismo british ma, vi prego, fate come me: andate a vedere la versione "tradizionale": non regaliamo un soldo di più a quell'autentica truffa che si sta rivelando (tranne pochissime eccezioni) il business del 3D.
Voto: 10

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