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Il grande Gatsby 3D

Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film

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La recensione su Il grande Gatsby 3D

di passo8mmridotto
7 stelle

Prima di vedere questo film di Baz Luhrmann, sarebbe opportuno leggere almeno la biografia dello scrittore Fitzgerald, dal cui romanzo omonimo (1925) è tratto. Questa è la terza versione cinematografica de "Il Grande Gatsby", la prima risale al 1949, la seconda al 1974, ma quest'ultima è sicuramente la più rispondente al contenuto del romanzo. Esiste anche una versione muta, del 1926.

Francis Scott Key Fitzgerald  (1896-1940) ebbe una vita piuttosto movimentata, tra lusso e abusi di ogni tipo, trascorsa tra l'America e la Francia (Costa Azzurra e Parigi), per cui "Il Grande Gatsby" può essere ritenuto parzialmente autobiografico, oltre che il suo migliore romanzo. (Di straordinaria bellezza narrativa sono anche i suoi romanzi "Belli e dannati" (1921) e "Tenera è la notte" (1934), quest'ultimo ispirato al suo lungo soggiorno parigino.

"Il grande Gatsby" è una storia d'amore difficilmente ripetibile, il film di Luhrmann è stato troppo frettolosamente giudicato come un melodramma, ma non lo è affatto, è una storia che si dipana con i giusti tempi della narrazione, e la Gatsby fa la sua comparsa al momento giusto: Leonardo DiCaprio è perfetto nella sua parte, un uomo di poco più di trent'anni, ricchissimo, che apre nei fine settimana la sua villa principesca nella Lon Island a tutti i newyorkesi che vogliono divertirsi (ovviamente non sono ammessi i poveri disgraziati).Ma lui non presenzia alle sue "feste".

Nell'intimo delsuo cuore, spera che Daisy (Carey Mulligan), la sua ex fidanzatina prima che lui andasse in guerra, e dopo cinque anni andata in sposa al libertino Tom (Joel Edgerton), anch'egli ricchissimo, proprietario di una villa proprio di fronte a quella di Gatsby, un bel giorno arrivi in quella casa, per poterla rivedere e magari riconquistarla.

La conoscenza fortuita con Nick (Toby Maguire), cugino di Daisy, agevola non poco l'incontro tra i due, tutto sembra filare verso la rottura del matrimonio di Daisy, la quale vorrebbe addirittura una vera e propria "fuga" d'amore, ma Gatsby non è d'accordo, e affronta a muso duro il marito di Daisy, che non vuole sentire di essere spodestato da quell'uomo sul quale nutre molti dubbi sulla sua moralità e sulla provenienza dei tanti soldi accumulati in breve tempo.

Il realtà, Gatsby è al soldo (si fa per dire) di una organizzazione malavitosa specializzata nel raket ai drugstore.

Ma tutto è marginale, nel film, come lo è il sesso, appena accennato quanto basta per non snaturare le pagine del romanzo.

DiCaprio-Gatsby rende perfettamente gli stati d'animo in continuo divenire e mutare di un uomo che ha saputo attendere il momento dell'incontro con Daisy, turbata da quell'improvviso avvenimento, combattuta se concedersi o no all'uomo che afferma di non avere mai dimenticato.

Putrtoppo l'epilogo volge in tragedia, Daisy al volante dell'auto di Gatsby travolge e uccide una donna, amante di suo marito.

Gatsby scagiona Daisy e si assume la responsabilità della disgrazia, mentre il "vedovo", sobillato da Tom, uccide Gatsby e poi si spara un colpo di pistola in bocca.

La sua amata Daisy non manda neppure un fiore al suo "grande amore" in attesa di sepoltura, e prima dei funerali parte con il marito e la figlia per una vacanza esotica.

Il film di Luhrmann è denso di citazioni prese dal romanzo a piene mani, e questo lo rende omogeneo e credibile: siamo negli anni 20, l'America è in costante sviluppo economico, c'è il proibizionismo, ma non per tutti, c'è chi fa scorrere fiumi di champagne, e chi frequenta locali equivoci (vedi il retro della barberia che nasconde un locale equivoco) e ville dove imperversa il jazz e il charleston.

Il tutto è perfettamente documentato, fa parte di un particolare periodo storico e giustamente non va sottovalutato.

La sceneggiatura prevede ricostruzioni sfarzose e addobbi floreali troppo frettolosamente giudicati kitsch, ma così non è: Gatsby voleva che Daisy si rendesse conto di quanto grande fosse il suo amore, e quale modo migliore di dirlo con i fiori, muti testimoni di un incontro quasi platonico, ma decisamente commovente nei lunghi silenzi densi di estasi e di rimpianti.

Francis Scott Key Fitzgerald a questo punto decise che la bella favola d'amore dovesse finire in tragedia, che l'immenso amore di Gatsby per Daisy alla fine si rivelasse a senso unico: lui deciso a riprendersi la sua donna, mai tradita e luce della sua vita, mentre lei, in quei cinque lunghi anni, oltre a sposarsi con un altro unomo aveva avuto, per sua stessa ammissione, esperienze di tutti i tipi, viaggiando per il mondo con il compagno infedele.

Gatsby muore, e nessuno va al suo funerale. Solo Nick gli resta accanto, in una camera ardente stracolma di fiori bianchi.

 

 

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