Espandi menu
cerca
Gli occhiali d'oro

Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film

Recensioni

L'autore

LorCio

LorCio

Iscritto dal 3 giugno 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 145
  • Post 34
  • Recensioni 1625
  • Playlist 251
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Gli occhiali d'oro

di LorCio
6 stelle

Quelli di Giorgio Bassani sono romanzi di fantasmi che non sanno, non vogliono e non possono chiudere i conti col passato, che inevitabilmente coincide col dolore. Narratore totale della tragedia della Shoah nel particolare contesto della sua Ferrara, Bassani ha raccontato lo smarrimento e l’angoscia della borghesia ebraica che si ritrova esclusa ed emarginata dal mondo che l’è sempre appartenuto. Gli occhiali d’oro non fa eccezione: il dottor Athos Fadigati, omosessuale naturalmente non dichiarato ma fondamentalmente tollerato dai suoi ipocriti concittadini in virtù della sua cultura medica ed artistica, finisce nel gorgo della passione nei confronti di un giovanotto arrivista, compagno d’università del narratore del film, rampollo di una famiglia ebraica. Ci penseranno un’acida e maligna signora ferrarese (un’inconsueta Stefania Sandrelli) e il corso degli eventi a condurre Athos ad un epilogo annunciato sin dall’incipit.

 

Film diligente e corretto diretto da Giuliano Montaldo, regista amante di un cinema anzitutto di contenuti sovente caratterizzato da una dimensione spiccatamente civile e politica (in sede di sceneggiatura c’è l’esperto Nicola Badalucco), è uno degli ultimi esempi di produzione cinematografica, probabilmente ad alto costo, con una forte impronta letteraria prima che il genere venisse assorbito dalla televisione (che ne ha espunto la complessità storica in favore del racconto livellato per immagini sontuose). C’è sincerità, ma c’è anche una tendenza alla discrezione che già emergeva in un altro adattamento bassaniano (Il giardino dei Finzi Contini) che lo fa assomigliare ad un film realizzato proprio nel periodo storico che mette in scena. La fotografia cobalto di Armando Nannuzzi e il commento mesto di Ennio Morricone impreziosiscono il prodotto, che fu premiato a Venezia per i costumi di Nanà Cecchi e le scene di Luciano Ricceri. Eccellente Philippe Noiret.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati