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Nuovo Cinema Paradiso

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su Nuovo Cinema Paradiso

di Stefano L
8 stelle

Nuovo-Cinema-Paradiso-1988-ITA-BDrip-HEVC-1080p2 — ImgBB

 

Uno dei più gloriosi omaggi mai dedicati al mondo della cinematografia, quasi un gesto d’amore. Tornatore percorre un secolo di storia sviluppando in parallelo l’evoluzione della settima arte con i cambiamenti della società del mezzogiorno dall’alba del dopoguerra alla metà degli anni ’80, immettendo nella trama decine di sfaccettati personaggi, molti di essi tratteggiati solo in superficie, sebbene appartenenti ad un vivace mosaico di maschere ben elaborato ed in grado di mantenere alto il ritmo della pellicola (nella versione internazionale accorciata di venticinque minuti). Anche se nell’edizione definitiva del film vi sono alcuni buchi riversati quà e la per via dei tagli, lo spettatore non è comunque immune dal galvanizzarsi per lo splendido paesaggio bucolico in cui il cinematografo, quello di una volta, dove la gente poteva permettersi il lusso di chiacchierare, fumare, russare e chissà cos’altro, è (stato) un tempio ove la collettività poteva guardare al futuro ed immaginare, almeno per quelle poche ore, un mondo migliore, suggestionandosi, magari ingenuamente, grazie al potere dell’immaginazione catalizzata da quei fotogrammi che scorrevano (se il proiettore non si inceppava o peggio andava a fuoco) sul grande schermo (o su qualsiasi “fronte”, se la sala non era disponibile). Si ride, si sogghigna, e ci si commuove con una struttura del plot semplicissima e incredibilmente attenzionata nelle venature narrative; nel repertorio di caratteristi spicca Philippe Noiret, il quale pure in quest’occasione mostra la sua versatilità e bravura in terra straniera, ma mi sono piaciuti nondimeno Leo Gullotta ed Enzo Cannavale, che riescono a transitare con una certa naturalezza da un’indole comica ad una più dolorosa nella parte finale. Sembra altresì abbastanza espressivo Perrin nei panni di Totò da adulto; stranamente la scena gli venne rubata dal piccolo Salvatore Cascio, chiaramente in sintonia con Noiret/Alfredo. Il legame d’affetto “paterno” instaurato tra loro due funziona meglio dell’infatuazione sentimentale con Elena (Agnese Nano): fortunatamente quest’ultima sotto-vicenda è diretta con garbo e non scade in inutili zuccherose vezzosità. "Nuovo Cinema Paradiso" non pretende la perfezione stilistica. Ciononostante, se l’intento era di emozionare l’audience rievocando verosimilmente il passaggio decisivo tra due epoche (la morte del cinema “popolare”, la nascita di quello “solipsistico”, “individuale”) il risultato è a dir poco gustoso.

 

 

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