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Notte sulla città

Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film

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La recensione su Notte sulla città

di Inside man
6 stelle

Nonostante la recente rivalutazione (sull’onda dell’agognata e comunque tardiva riscoperta dei precedenti capolavori di Melville), “Un flic” trasmette intatta la sensazione si tratti del suo polar meno riuscito.
Alcuni tratti peculiarmente autoriali sono ben riconoscibili, e l'ulteriormente rarefatta astrazione fenomenologica di personaggi apparentemente privi di passato e motivazioni definite risulta sostanzialmente efficace, insieme alla disillusa ineluttabilità del loro funesto futuro. Ciò è avvertibile specialmente nel secco finale, tremendamente intenso eppure così essenziale, a segnare il vertice del film nel più puro e riconoscibile stile melvilliano.
Di contro purtroppo, si scorge più d’una traccia di manierismo volto a riproporre impersonalmente diversi frammenti inimitabili da Le cercle rouge, come il gioco di sguardi nel locale (stavolta a tre), o l'offerta della sigaretta a Conrad/Costa prima dell'interrogatorio, entrambi “narrati” dalla bella colonna sonora di Colombier (tesa sempre a ricalcare quella del “70 di De Marsan). L’inutile spiegazione verbale nel commissariato della tecnica dei tre borseggiatori e l’iniziale voce off di Coleman poi misteriosamente abbandonata, sono pleonasmi disorganicamente mescolati alla lirica freddezza delle figure di Cucciolla e del travestito e alla scena da metronomo della rapina sul treno (ma l'ingenuo effetto speciale con elicottero e trenino giocattolo inquadrati in campo lungo, è francamente biasimevole).
Per essere un’opera del grande cineasta parigino inoltre, si notano inaspettatamente interpreti sottotono (Delon e Deneuve entrambi fuori parte), una sceneggiatura diegeticamente imperfetta, ed una regia meno attenta e rigorosa del solito con l’eccessivo uso di zoom e panoramiche ondeggianti; anche l'assenza di Decae alla fotografia è palpabile; a tal proposito è curiosa e forse indicativa l’assonanza della sequenza d'avvio sulla costa in inverno, con quella vertiginosamente nichilista e di poco antecedente de La prima notte di quiete di Zurlini (uno dei migliori incipit nella storia del cinema). E' quest’ultima a vincere nettamente l'ipotetico confronto, persino sul versante della resa cromatica dei grigi.
“Un flic” è uno dei rari Melville non indimenticabili.

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