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Magnifica presenza

Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film

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La recensione su Magnifica presenza

di mm40
4 stelle

Elio Germano è straordinario, è un gioiello di attore che il cinema italiano fa bene a tenersi stretto e a valorizzare con opere come questa: è Ozpetek, ha tutti i limiti di un film di Ozpetek, ma Magnifica presenza è ben lontano dall'essere un brutto film o addirittura un lavoro tirato via. E' innanzitutto l'occasione per vedere Germano caratterizzare con assoluta precisione un personaggio dai canoni strettissimi: lieve accento siculo ed irrisolto effeminato, quello di Pietro non è certamente un ruolo che lasci ampi margini di improvvisazione; il giovane interprete vi aderisce con una padronanza del mestiere di 'indossatore di personaggi' realmente superlativa. La sceneggiatura del regista e di Federica Pontremoli (già autrice per Moretti ne Il caimano e Habemus papam; qui al primo film con Ozpetek) è come una matita a punta grossa in mano a un buon disegnatore: il disegno è apprezzabile, ma il tratto è eccessivamente marcato. La questione omosessuale tanto cara al regista appare inserita in maniera un po' forzosa, così come il nodo centrale della storia (il tradimento della vecchia attrice nei confronti dei suoi antichi colleghi) viene risolto a ridosso del finale con una fretta che lascia allibiti; allo stesso modo si potrebbero avere perplessità sul dettaglio (strutturale, portante nella trama) della possibilità, per un neoassunto pasticcere, di affittare di un intero appartamento in zona Monteverde. Ma senza scendere in particolari tanto puntigliosi, è certo che Magnifica presenza in linea di massima funziona: funziona come romanzo di formazione cittadina di un ragazzo di provincia dai sogni smisurati, da ridimensionare a contatto con i propri 'fantasmi' che inevitabilmente forgeranno il suo carattere all'ingresso nella vita 'adulta' (e concreta, a sogni tramontati) della città. Maurizio Calvesi sfrutta al meglio una storia in cui prevalgono gli ambienti bui di una casa abitata da spiriti; la musica di Pasquale Catalano (già col regista per il precedente Mine vaganti) è meno protagonista del solito Ozpetek e in fondo va bene così. Accanto al protagonista i nomi di rilievo non mancano: Margherita Buy, Beppe Fiorello, Vittoria Puccini, Paola Minaccioni, c'è anche un cameo di Platinette (!) e, infine, una menzione di merito è doverosa per l'ottima e lucidissima intepretazione dell'89enne Anna Proclemer, che qui festeggia le sette decadi di carriera (esordì nel 1942 con Giorno di nozze, di Matarazzo). 5,5/10.

Sulla trama

Il catanese Pietro si trasferisce a Roma per diventare attore. La notte fa il pasticcere, il giorno provini senza però ottenere esiti favorevoli. Tutto cambia quando nell'appartamento che ha in affitto cominciano a farsi vivi alcuni fantasmi; pacifici, simpatici, ma pur sempre fantasmi.

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