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La notte

Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La notte

di zombi
8 stelle

siamo in una milano estiva, soleggiata, di palazzine borghesi di acciaio, vetro e marmo. tutto nuovo, tutto levigato, tutto scivoloso. un uomo e una donna si recano in uno di questi edifici asettici che risulta essere una clinica. vanno in visita ad un caro amico molto malato, terminale. la giornata di lidia e giovanni(questi i nomi della donna e dell'uomo)sarà raminga. sono sposati ma sembra che non abbiano più interesse l'uno per l'altra se non apparente. si recano alla presentazione dell'ultimo libro di giovanni, che è scrittore, ma poi la donna se ne allontana subito e cammina per la città. osserva ossessivamente un parcheggiatore, entra in un cortile di una vecchia palazzina in via di demolizione. una milano un pò alla de chirico, quasi vuota, con figure messe lì come la vecchina che raccoglie da un barattolo il contenuto con un cucchiaino. giovanni torna a casa e si appisola mentre la donna seguita a vagare. prende un tassì e va alla breda. assiste ad una scazzottata tra due operai appena usciti dalla fabbrica ed interviene tra l'eccitato e lo spaventato, poi s'incanta a vedere dei ragazzi che fanno volare dei razzi. quando giovanni si sveglia e non trova la moglie è quasi buio. la donna lo chiama di andarla a prendere. inizierà la notte della resa dei conti, in cui quasi come in un western, l'uomo e la donna si sfideranno(come nel resto della giornata e chissà da quanto)a colpi di flirt con altri uomini e con altre donne. la donna chiede al marito di uscire, anzi!, di NON  rimanere in casa. si recano prima in un tabarin, dove una scultorea negra fa una danza acrobatica con un bicchiere prima vuoto e poi pieno e infine alla festa a cui si sarebbero dovuti recare fin da subito. una villa fuori città di un architetto in voga e il proprietario è un industriale che vuole parlare con giovanni e proporgli un lavoro. vuole coinvolgere lo scrittore, l'intellettuale, nella vita e nell'organizzazione della sua fabbrica. in un'operazione illuminata di industrializzazione umana avviata da olivetti tra i primi e più conosciuti, l'industriale colto e raffinato a sua volta, desidera che ci sia una relazione tra la dirigenza e gli operai. gli operai debbono conoscere la storia della ditta che li ha assunti, e li ha fatti evolvere grazie a lui e lui grazie a loro. giovanni ascolta con una certa snobistica diffidenza ma senza ostentarla troppo, anche perchè parafrasando un "collega" non ha più idee, ma solo memoria..... la festa, la notte vive di persone benestanti che tirano a far mattina ospiti della villa di turno e se lidia rifugge per poi accettare le attenzioni di un uomo, giovanni si fa tentare da una ragazza tutta sola, dopo essere stato travolto dalla follia di un ospite della clinica alla mattina. uomini e donne "soli, solissimi, nati per essere soli, forse perchè troppo sensibili(come dice il dentista ad una delle ospiti un pò cinica e un pò divertita)" non più giovani e anche quando lo sono, comunque pervasi da una sensazione di smarrimento ben rappresentata dalla bruma mattutina che si alza dai prati del giardino innaffiati dall'acquazzone notturno. valentina, la ragazza di cui si invaghisce estemporaneamente giovanni, dice a lidia in uno slancio intimo che la moglie dello scrittore irride, "sono piena di vizi senza praticarne alcuno". debbo dire che non avendo mai cercato di vedere o di amare antonioni, questa mia prima visione assoluta di uno dei suoi titoli massimi, non mi ha deluso, anzi!... diciamo che è il tipo di film che mi calza al momento. non ne ho bisogno, ma fa per me. sempre sorprendente mastroianni, non passa film o visione che non mi faccia pensare o addirittura dire che "bravo come lui non c'è nessuno.... ne prima, ne ora, ne forse, mai". ottima la moreau che parla un italiano perfetto ben doppiata e meravigliosa monica, che difficilmente dimenticherò.

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