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Nosferatu, il vampiro

Regia di Friedrich W. Murnau vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nosferatu, il vampiro

di bartvanzetti85
10 stelle

una vetta ancora ineguagliata del cinema horror e, in particolare, di quello a tema vampiresco.

Thomas Hutter, giovane agente immobiliare tedesco, deve recarsi in Transilvania presso il castello del sinistro conte Orlok per fargli concludere l’acquisto di una casa in Germania. Scoprirà con orrore che trattasi di un Nosferatu, un “non-vivente” che ha bisogno di sangue umano per sopravvivere. Hutter assiste impotente alla partenza del conte, nascosto in una bara, alla volta di Wisborg, dove inizia a disseminare vittime che vengono scambiate per un’epidemia di peste. Solo la luce del sole può fermare il Nosferatu ma per costringerlo a esporsi, facendone così dissolvere il corpo, occorre un’esca umana, qualcuno che si sacrifichi al mostro: dell’ingrato compito si farà carico Ellen, la moglie di Hutter. Liberamente tratto da “Dracula” di Bram Stoker ma senza averne i diritti, il che costrinse Murnau ad un lungo contenzioso con gli eredi dello scrittore irlandese che si sarebbe concluso con una condanna del regista a distruggere le copie del film (condanna rimasta, evidentemente, almeno in parte ineseguita), è una vetta ancora ineguagliata del cinema horror e, in particolare, di quello a tema vampiresco. Visivamente si distacca dall’espressionismo abbandonando la manipolazione degli ambienti chiusi, angusti e deformi e prediligendo, invece, la concretezza delle riprese di scenari naturali e ambienti reali. Il Nosferatu è uno dei mostri più iconici della storia del cinema, che compare per poco in termini di minutaggio ma quando lo fa lascia il segno, in grado di incutere paura e inquietudine con un semplice sguardo: l’immagine di Hutter che si agita nel sonno con l’ombra del mostro che incombe su di lui è una delle più efficaci rappresentazioni dell’incubo per immagini che sia mai stata realizzata. “Tutt’ora insuperato nella capacità di descrivere il progressivo ottenebramento delle forze vitali, il film utilizza tutte le possibilità espressive del cinema per sollevarsi oltre i limiti del realismo e trasformarsi in una riflessione metafisica sul Male e sul Nulla” (Mereghetti). Il senso di inquietudine che pervade il film è accentuato da soluzioni visive innovative: manipolando la stampa della pellicola si ottenne l’effetto di rendere la nave su cui viaggia il Nosferatu una sorta di spettro su acque fosforescenti; con un sistema di inquadrature girate fotogramma per fotogramma si snaturò l’effetto dei movimenti del mostro. Pietra miliare e uno dei massimi capolavori dell’era del muto.

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