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Non voglio morire

Regia di Robert Wise vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Non voglio morire

di woody
8 stelle

Curiosamente il titolo italiano traduce in litote quello inglese ("I Want To Live"), predilegendone forse l'aspetto drammatico, chissà. L'incipit con inquadrature sghembe segnala in partenza come le cose andranno sempre storte e la torrida musica jazz quanto la situazione sia calda. Tutta la prima parte sarà caratterizzata da una concitata frenesia (accentuata proprio dall'imperterrita colonna sonora), quella centrale da una breve ma relativa fase di calma, mentre quella finale da un'estenuante lentezza. Proprio quest'ultima - nonostante la prima riservi diversi aspri ed appetitosi frangenti noir (la cattura o il reiterato e brutale malmenìo della Graham ad esempio) - per l'astutamente padroneggiato accompagnamento a passo di lumaca fino agli interminabili istanti finali, merita da parte dello spettatore un'attenzione del tutto particolare, in religioso silenzio, per poterne apprezzare tutta l'esasperante liturgia (gran diligenza registica nel ricalcare l'equipollente scrupolosità con la quale viene composta quella che altri non è che una mostruosa ed abietta messinscena istituzionale). L'arringa difensiva di Wise, benché chiaramente a favore della donna, va naturalmente intesa, al di là di sofistiche prese di posizione, come uno sdegnoso rifiuto civile ed umano di fronte ad una pena simile cui solo il silenzio può degnamente far da glossa. Per l'uso del tempo, la maniacalità con cui ci si sofferma sui dettagli, l'abile utilizzo del silenzio e dei suoni e rumori, meriterebbe una pedante analisi, ma nulla potrebbe rendergli più giustizia di una semplice ma dignitosa visione. Proprio il termine più appropriato: giustizia. Occorre dirlo? Il film vanta una delle più stratosferiche performance femminili - nel bene e nel male - che io rammenti. Enorme. Una sua battuta: "Chi vorrebbe fosse informato in caso di morte o malattia?", domanda la carceriera; risposta: "Marlon Brando". Ad ogni modo, non provate nemmeno a rimaner impassibili di fronte agli ultimi minuti. Perdereste la sfida.

Sulla colonna sonora

Caldo jazz, ma vanno gustati anche i silenzi ed i drammatici rumori conclusivi.

Su Susan Hayward

Assolutamente devastante, di sproporzionata personalità e sensualità: violenta ed intransigente, è quasi insopportabile nella sua recitazione infervorata, sciatta, terribilmente prosaica, greve e fuori misura. Ovvero, meravigliosamente selvaggia ed incontenibile in ogni stato d'animo, ferita, disperata, fiera, entusiasta, impaurita, umiliata o sfrontata. Una prova "sporca" tutta da vedere. Titanica.

Su Robert Wise

Ottimo sia per la scelta dei due antitetici tronconi in cui ha suddiviso il film, sia per la metodicità ed implacabilità con cui ha rappresentato il rituale conclusivo con secca evidenza e torturante dilatazione. Qualche opzione scolastica non ne inficia la prova.

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