Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
L'opera seconda di Martin McDonagh è un thriller tarantiniano, nel senso che è caratterizzato da una riuscitissima verbosità, che non riesce però a centrare pienamente il bersaglio, colpito invece con il precedente “In Bruges”.
Dopo lo straordinario esordio del 2008 con “In Bruges”, tante erano le aspettative per questa opera seconda dell'Irlandese Martin McDonagh. Attraversato l'oceano il budget a disposizione resta comunque simile a quello del film d'esordio, il che è un bene perché non gli fa venire grilli per la testa come (troppo) spesso succede ai talentuosi registi europei presi a noleggio da Hollywood. Eppure qualcosa è andato storto lo stesso e “/ psicopatici” puzza tanto di già visto, di “Pulp Fiction” e dei suoi tanti cloni degli anni '90, e di tanti spezzoni di (buone) idee che messe insieme non fanno però un vero film. Ammetto che se non avessi visto “In Bruges” considerei questo “7 psicopatici” come un thriller passabile, ma stando come stanno le cose non posso nascondere una profonda delusione. Belli invece i dialoghi.
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