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Padroni di casa

Regia di Edoardo Gabbriellini vedi scheda film

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La recensione su Padroni di casa

di giancarlo visitilli
4 stelle

E’ un viaggio nella provincia italiana? Non lo sappiamo. Il triste epilogo di quel che rimane in Italia, anche lì dove le comunità sono costituite da poche centinaia di persone? Non lo si capisce. Fatto sta che così come il ritornello che torna in continuazione in questo film, “Le cose non sono mai ciò che sembrano”, noi un’idea del film ce l’avevamo. Non ci eravamo sbagliati. Il film di Gabbriellini è veramente un film che non si capisce dove vuole andare a parare. 

La storia è quella di Cosimo ed Elia, due piastrellisti di Roma, incaricati dal cantante Fausto Mieli di pavimentare la terrazza della sua stupenda casa. Cantante di grande successo, Fausto ha scelto di ritirarsi dalle scene in seguito alla grave malattia della moglie Moira, costretta su una sedia a rotelle. Nonostante le grandi manifestazioni di affetto, è evidente che tra Fausto e Moira c’è qualcosa che non va. La coppia vive ritirata dal mondo, in un angolo di paradiso, fra ll’Appennino tosco-emiliano e la Maremma. Per sostenere la promozione turistica, Fausto ha accettato di tornare ad esibirsi in pubblico. Uno dei due piastrellisti, Cosimo, ha alle spalle storie difficili che l’hanno segnato. Elia, invece, pur amando il fratello, ne subisce la presenza come un limite.

La piccola comunità accoglie sin da subito i due fratelli con grande diffidenza, come due stranieri. E se Elia tenta di comportarsi in maniera estremamente professionale, Cosimo non può fare a meno di cedere al fascino del divo Fausto Mieli. Poco alla volta le diffidenze fra i due fratelli e il resto del paesino si acuiscono. Elia inizia a frequentare una ragazza del posto, scatenando la gelosia di un ragazzo che la corteggia. Cosimo, invece, fraintendendo un complimento di Fausto, si scontra con il suo committente. Per placare l’umiliazione che ne consegue si reca nel bar del paese e beve più del dovuto. Nel frattempo, mentre il giorno del concerto e del grande ritorno di Fausto si avvicina, il lavoro di Elia e Cosimo è ben lontano dall’essere terminato. Le tensioni fra il cantante e la moglie aumentano, proprio come i conflitti fra i due fratelli e il resto del paese. Quando poi Cosimo è involontariamente testimone di una cosa che non avrebbe dovuto vedere, le reazioni dei “padroni di casa” non si fanno attendere.

Il regista livornese, Edoardo Gabbriellini, tenta, senza riuscirci, di costruire una storia, che inizialmente ha tutte le caratteristiche della commedia, venata dalla tragedia, specie nella seconda parte. L’operazione è ardua, scontornata e disinibisce da subito lo spettatore che non aspetta altro che il film finisca, pur di smettere di guardare almeno al cinema l’onnipresente Gianni Morandi (fuori parte e fuori tutto). Sebbene, bisogna riconoscere che il film, specie nella parte iniziale, riesce a rendere bene l’idea di una provincia, dall’atmosfera malata e chiusa, quel che manca è una sceneggiatura, che si riduce ad essere un bozzetto di tanto stereotipo narrativo.

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