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Gangster Squad

Regia di Ruben Fleischer vedi scheda film

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La recensione su Gangster Squad

di ROTOTOM
4 stelle

Nella Los Angeles degli anni post bellici impera Mickey Cohen (Sean Penn) , un ebreo ex pugile, gangster spietato che ha fondato la sua crescita da padrone della città con la corruzione e la più cieca violenza. Il dipartimento di polizia, incarica un poliziotto tutto d’un pezzo, John O'Mara (Josh Brolin) , di formare una squadra di agenti per fermare il gangster, con ogni mezzo.

Il cartello iniziale dice: tratto da una storia vera. La Los Angeles del 1949 è terra di conquista dei gangster, una società che sfuma nelle ombre i confini tra legalità e illegalità, quelle ombre che connotano ogni racconto del noir classico anni 40.  Mickey Cohen era un protagonista assoluto di questo impero della Gomorra di quegli anni.
Poi: “ I lupi, creature della notte. Senti la musica che fanno”. Esordisce con una citazione del Dracula di Tod Browning , 1931, che fu propria di Bela Lugosi, il gangster Mickey Cohen. Ma senza la stessa classe. Quella che dovrebbe essere una dichiarazione di intenti sulla natura notturna e spietata del gangster si perde immediatamente senza essere sorretta da alcuna connotazione plausibile. Senza classe e senza alcuna connotazione propria è l’intero film che replica la vicenda de Gli intoccabili di De Palma, con una spruzzata di Scarface,  un occhio a Ellroy e alla letteratura hard boiled, buttando sullo schermo in maniera abbastanza casuale ogni cliché possibile sui film di gangster anni 40.

Il difetto principale, tra i tanti, è di essere senza passione. Manca totalmente l’epica che ha reso il film e la vicenda a cui si ispira come modello di riferimento per tutti i crime movie a venire, mentre le ragioni del coinvolgimento dei personaggi in una sfida senza fine e senza ritorno, il loro discendere nel lato oscuro della legge, quella che agisce senza distintivo per un più alto ideale, sono estrinsecate in poche battute declamate come slogan. La regia fiacca di Ruben Fleischer (già autore della black comedy/horror Benvenuti a Zombieland) si adegua sul meccanismo e l’azione, i personaggi sono solo figurine senza espressione. O meglio, l’espressione ce l’hanno pure, ma una sola. Soprattutto Sean Penn che fa il cattivissimo Mickey Cohen e che recita di smorfie e ghigni come mai gli era stato visto fare.

Il cast, composto da Ryan Gosling, Josh Brolin, Giovanni Ribisi, Nick Nolte   è stellare, ma statico. Si riesce anche a sprecare un pezzo di figliola come Emma Stone , femme fatale di rosso vestita, che facendosi largo tra la invadente e caricata fotografia di Dion Beebe, sarebbe l’unico motivo per ululare alla luna. Altro che i lupi di Bela Lugosi.

Rimossa  l’epica degli idealisti in cerca di giustizia, affogato tutto nel banale buddy movie con mitra Thompson, neppure abbozzata la radicalità del film di genere, Gangster Squad si rivela un niente di fatto esteticamente brutalizzato, come detto, da una invasiva fotografia patinata che vorrebbe replicare alle classiche atmosfere noir ma che fa sembrare il film un videoclip di un videogioco. L’accumulo poi – di sparatorie, di cazzotti, di retorica – travalica il limite consentito, telefonando colpi di scena a ripetizione senza centrare alcun bersaglio. Un po’ come il duello finale con il boss - proprio come ogni videogioco impone -  con  una grandinata di proiettili che produce solo rotture di palle ( quelle dell’albero di natale della hall dell’albergo teatro della disfida).

Finalone con cazzottoni. Gli infiniti cazzottoni dei film americani, dai rumori sordi, e con i tipi che raggiunti al ventre da ginocchiate immani si rialzano e reagiscono come nulla fosse. Forse si cercava di raggiungere un minutaggio accettabile per buttare fuori il pastrocchio.
Gangster Squad è l’esempio perfetto di come nonostante i cospicui mezzi, senza un’idea forte e un minimo di talento non si produca altro che mediocrità. Avrà fortuna nello straight to video per gente di bocca buona e nelle tv on demand  ficcato tra un’inutile partita del campionato francese e un talent show di cuochi stronzi. 

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