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Le belve

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su Le belve

di Furetto60
7 stelle

Noir, action e amore, si coniugano in questo brutale film di Oliver Stone,basato sull’omonimo romanzo di Don Winslow. Eccessivo come sempre.

Come nella migliore tradizione del cinema americano, vedi “Viale del tramonto” o “American Beauty”, il film comincia con una voce narrante, fuori campo, dell’affascinante bionda Blake Lively e procede in questo modo, per tutta la sua durata, con la protagonista che ci fornisce di volta in volta informazioni e interpretazioni. La bionda narratrice, Ofelia detta O., è una dei tre protagonisti, gli altri due sono Ben e Chim che formano questo magico e consapevole “ménage à trois” sia sessuale che sentimentale, Ben e Chon amici per la pelle condividono tutto, dall’amore per la bella Ophelia ,detta O, all’attività di coltivatori e spacciatori della miglior marijuana della California del Sud. È stato Chon, ex marine, a riportare i primi semi dall’Afghanistan, poi è venuto Ben, botanico e buddista, che ne ha fatto un prodotto sopraffino, buono per far dollari così come per alleviare il dolore dei malati terminali. I due hanno personalità opposte ma perfettamente complementari e ciò è stato di grande aiuto nel momento in cui sono diventati i più grandi coltivatori e spacciatori di marijuana della zona.La vita scorre dunque idilliaca per il fortunato trio e i loro amici, sotto l’occhio complice di un corrotto agente della DEA, con moglie malata di cancro, tuttavia questo Paradiso ritrovato sulle coste del Pacifico, non è destinato a durare, la tranquillità dei due inseparabili amici con la bella O', si increspa, e svanisce allorquando un cartello di sanguinari trafficanti di droga, galoppini del feroce cartello capitanato dalla terribile “madrina” senza scrupoli Elena si presentano e impongono di gestire insieme gli affari sul mercato, ispirato liberamente al peronaggio realmente esistito chiamato “La Reina del Pacifico,”Elena, alias Salma Hayek , è una spietata capo-clan, che usa abitualmente la tortura per gestire i suoi affari, non lesinando minacce a figli, madri e parenti tutti delle malcapitate vittime, ha deciso di mettere le mani su questo efficiente commercio, volendo sfruttare le competenze dei due giovani .Visto che, però, i ragazzi non capiscono subito la serietà dei loro antagonisti, la messicana fa rapire la bionda dal suo uomo di fiducia, Lado, aguzzino, sicario e stupratore e con più di un’ombra di follia alias Benicio Del Toro, perfettamente in parte. A questo punto Ben e Chim si mettono in moto per recuperare la bella Ofelia, nel modo più semplice e banale, sequestrando a loro volta la figlia di Elena. Da qui in poi, scene brutali, e raccapriccianti, uccisioni a sangue freddo, teste mozzate, intrighi, insomma tutti gli ingredienti del classico thriller truculento , un fiume di sangue, equamente distribuito di qua e di là del confine fino a uno scontro finale in stile western. "Le Belve", basato sull’omonimo romanzo di Don Winslow è un’originale storia d’amore a tre, oltre che un “action”, con tema la realtà violenta e crudele del commercio della marijuana e i cartelli messicani. Per un regista come Oliver Stone, raccontare il mondo dei trafficanti di droga non solo è cosa possibile, ma anche utile per diffondere una informazione sull’argomento, che possa funzionare come deterrente, per un mercato sempre più florido e violento. L'idea che rende il film originale è il doppio binario, il dualismo tra un mondo spietato, sporco cruento e la vita godereccia, all’insegna del lusso di tutti i soggetti che ne fanno parte, che vivono in case bellissime, in paesaggi di sfolgorante bellezza, quasi calati in una dimensione surreale. Come anche la schizofrenia fra la violenza di una donna, assetata di potere, di sangue e di soldi, Elena, che scatena i suoi adepti per prendere possesso del losco mercato e di contro il suo essere amorevole e debole, nei confronti della figlia, un istinto materno a dir poco “singolare” Oliver Stone è eccessivo come sempre e si compiace di esserlo, tutte le sue opere sono a dir poco estreme e radicali, ma forse è proprio questa la sua cifra artistica.

 

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