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G.I. Joe - La vendetta

Regia di Jon M. Chu vedi scheda film

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La recensione su G.I. Joe - La vendetta

di alan smithee
2 stelle

Il sequel di una baracconata dignitosa e a tratti divertente come il primo G.I. Joe non aveva molte chances di entrare a far parte dei film del mio cuore: ma non mi aspettavo certo di dover assistere al più micidiale cocktail tra action ultra-tecnologica ed improbabilissima e il buonismo patriottico ed eroico dei soliti pseudo-marines che si tuffano di petto sul pericolo al grido (depredato da "Il gladiatore" e in questo caso abusato vergognosamente) di "al mio segnale scatenate l'inferno". Un festival della stupidità, della scemenza, della rozzezza che scimmiotta i vecchi cari film di James Bond aggiornando il pericolo, la minaccia mondiale: che non è più l'antagonismo da guerra fredda Usa/Urss ovviamente, ma nemmeno il pericolo "vediamo chi lancia prima l'atomica" (davvero sconcertante e risibile il lancio in coro di 7/8 atomiche da parte dei vari premiers uno contro l'altro, salvo poi autodistruggerle una dopo l'altro...ultimo tra i quali guarda caso la Corea del Nord): il pericolo si aggiorna ad una sofisticata arma posizionata dai cattivissimi Cobra su alcuni satelliti artificiali in orbita attorno al globo. La dimostrazione di quanto sono micidiali tali armi ci viene data con la distruzione serafica e premeditata di Londra, agitata come fosse una tovaglia sollevata all'improvviso da un mago dispettoso e inopportuno. Nella squadra dei difensori delle sorti dell'umanità ritroviamo, ma solo per poco tempo, il baldo Channing Tatum, probabilmente costretto ad una apparizione da qualche clausola capestro sul suo contratto milionario, ma che appena può se la fila con l'unica possibilità che gli offre una sceneggiatura che definire pedestre è ancora un complimento. Al suo posto la staffetta è portata avanti non proprio agilmente dal solito muscolare, monolitico e mono-espressivo Dwayne Johnson, cui si affianca un Bruce Willis ultimamente più sciatto che mai e sempre più alla mercé di particine insignificanti volte ad assicurargli una vecchiaia dignitosa. Riappaiono alcuni elementi buoni e cattivi del primo episodio (tra cui Lee Byung-hun, maldestramente rubato a Kim Jee-woon e a molta altra ottima cinematografia coreana o dell'est in generale), mentre la bonazza di turno è un riuscito mix tra Rebecca Romjin-Stamos e Megan Gale = Adrienne Palicki a cui lo sbruffone generale in pensione Bruce Willis storpia sempre il nome ammonendola come una segretaria racchia alla Moneypenny.  Cattivo (ma pure bravo) di turno il solito Jonathan Pryce, nei panni del presidente Usa (e del suo malvagio clone) peraltro ottimo attore ma già così troppe volte (una anche con Bond) nel ruolo di vilan, che ormai dovrebbero vietarglielo per pericolo di produrre troppe stanche inutili repliche. Effetti speciali roboanti ed eccessivi e 3D invadente per un film di plastica che sa poco di cinema e molto di videogioco superficiale e truzzo. Insomma la morte del cinema, almeno per come lo intendo io.

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