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The Raid: Redenzione

Regia di Gareth Evans vedi scheda film

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La recensione su The Raid: Redenzione

di braddock
6 stelle

Non c'è dubbio che Iko Uwais sia uno dei nomi più promettenti del più recente cinema delle arti marziali. Questo THE RAID rappresenta la sua seconda intepretazione dopo lo spettacolare MERANTAU WARRIOR di due anni prima, sempre diretto da Gareth Evans, che era diventato un piccolo cult tra gli appassionati. Pur essendo piuttosto godibile ed anche esaltante in certi momenti, devo dire che il film precedente si era dimostrato meglio riuscito. Vi erano infatti un maggior numero di combattimenti e delle coereografie più elaborate, che anche qui non mancano ma che vengono in parte ammortizzate dalla claustrofobia delle scenografie rappresentate. La storia si svolge nei bassifondi di Jakarta dove si trova un appartamento di 30 piani, diventato la base del malvivante Tama e della sua banda. Una squadra di 20 soldati viene così incaricata, non si sa bene da chi, di penetrare nell'edificio e di catturare il potente criminale. Una volta entrati le cose non vanno però come previsto e gran parte del gruppo viene eliminato, tra i sopravissuti vi è però il giovane Rama (Iko Uwais) esperto combattente e pieno di risorse... La trama non offre particolari spunti, a parte quello che uno degli abitanti del palazzo infestato dai banditi si riveli essere il fratello del protagonista, sviluppando il tutto in maniera abbastanza prevedibile. Inoltre il film impiega un po' a ingranare la marcia giusta, la prima mezzora si mostra infatti debole e non particolarmente interessante. Il bello ovviamente comincia quando subentrano le sequenze di arti marziali, tutte concentrate sul Muay-Thai che da sempre è uno degli stili che preferisco e in cui Iko Uwais eccelle. Il modo di rappresentare le scene d'azione resta poi sempre vicino a quello delle pellicole tipiche di Prachya Pinkaew e Panna Rittikrai (ONG BAK, CHOCOLATE, TKE KICK...) quindi con combattimenti prolungati, senza effetti speciali e rocambolesche acrobazie sfruttanti l'ambiente cirscostante interamente basate sulle abilità degli stutman. Da ricordare soprattutto il bellissmo doppio combattimento tra il protagonsita e suo fratello, intepretato da Donny Alamsyan, contro il capo degli scagnozzi del boss. Quest'ultimo è impersonato da Yayan Rushian, altro astro nascente del genere già comparso anch'esso nel precedente MERANTAU. Nel complesso è quindi un titolo piacevole e di sicuro interesse per gli amanti del genere, anche se come detto la povertà degli spunti offerta dalla storia e le ambientazioni ridotte non lo rendono così avvincente come lo era stato MERANTAU. La capacità di creare diversi momenti di notevole spettacolo comunque non manca, speriamo che il sequel già in lavorazione possa contare di una superiore ricchezza nella messa in scena.           

Su Iko Uwais

Ottima

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