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Robert. Una vita felice

Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film

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La recensione su Robert. Una vita felice

di LukeGlanton
9 stelle

Eulogy.

 

La condivisione alchemica dell'Arte è l'estasi di una vita, sollievo poetizzato, trasfigurato, divenuto simbologia anti-dogmatica, liber(t)a consapevole; che illumina le ascetiche pareti dell'Ermitage. La luce di questo "percorso illuminante" è il 22 Maggio 1733, dove a Parigi nasce Hubert Robert (detto Robert de Ruines per la sua preferenza nel dipingere romantici scorci di rovine romane calate in ambienti idealizzati), al termine della prima educazione artistica francese Robert viene ammesso ai corsi dell'Accademia di Francia, a Roma, dove l'Arte emerge sull'architettura.

 

Hubert Robert è un tassello cruciale nel discorso relativo (e portato avanti) di Sokurov all'estrapolazione dell'Arte collettiva, alla determinazione del ritratto in ambito filo-storico, la ritrazione del suo Cinema è la meno cerebrale forma di immortalità antropologicamente ricercabile, perché è un Cinema che viaggia nel tempo, che emerge dalle chimere storiche, che evade i (non)limiti dei mezzi immaginali, - "chi saremmo senza aver guardato negli occhi chi è stato su questa terra prima di noi?" - (si) chiede Sokurov stesso nel suo ultimo Francofonia, così innescando il potere mnemonico del rapporto immagine/emozione, dove riaffiora una vita per il Cinema, per l'Arte, quella di Sokurov, come quella di Robert.

 

Quello di Aleksandr Sokurov è un Cinema di periodi, le Sonate, le Elegie, i documentari e la fiction. Hubert Robert è un esempio di struttura elegiatica, un viaggio extra-sensoriale che richiama il portale del sogno, in questo modo i musei divengono luoghi onirici, concepiti ad hoc nell'impeto di approfondire l'esistenza, sospesi fra l'umano, riformattatore di bellezza e l'etereo, la coesione dell'occhio spettatoriale su tale bellezza.

 

L'evocazione del pittore francese funge da trampolino perché sia l'Arte concettuale in sé a divenire il soggetto centrale, Aleksandr (de)canta sino all'ultima goccia del suo amore per quest'oasi salvifica, la più nobile a cui un uomo possa aspirare. -La storia di un Artista diviene la storia dell'Arte.-

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