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Un anno da leoni

Regia di David Frankel vedi scheda film

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La recensione su Un anno da leoni

di supadany
5 stelle

Commedia americana insolita che cerca la via della maturità, ma nonostante i nomi di richiamo impegnati, si va dal regista David Frankel (“Il diavolo veste Prada”, 2006) ad un cast praticamente sterminato, il film stenta terribilmente a decollare.

Kenny Bostick (Owen Wilson), Stu Preissler (Steve Martin) e Brad Harris (Jack Black) sono tre uomini diversi in tutto, ma accomunati dalla passione per il birdwatching, tanto da lasciare in disparte le loro responsabilità per dedicarsi al “Big year”, competizione che vede vincere chi nel corso di un anno solare vede, o sente, più tipi diversi di volatili.

Si ritroveranno più volte negli stessi posti, faranno di tutto per vincere, ma il loro approccio verso i propri affetti prenderà strade diverse.

 

 

Tanti aspetti facevano ben sperare, dal tema insolito (mai in vita mia avrei pensato ad un film sul birdwatching), passando alla volontà di non trascurare l’emotività, arrivando ai nomi impegnati nel cast, sia nei ruoli principali (il trio composto da Steve Martin, Jack Black e Owen Wilson offre un’ampia gamma di sfumature di comicità), che in quelli secondari (Anjelica Huston, Rosamund Pike, Brian Dennehy, giusto per citarne alcuni).

Purtroppo però è un film che pecca un po’ dappertutto; il ritmo non imbocca mai la strada giusta, nonostante il dinamismo imposto dalla narrazione (tanti luoghi da visitare e personaggi diversi), l’umorismo trova raramente felice sfogo e poi manca quasi del tutto quel mordente che occorre quando si cercano di raccontare diversi aspetti della vita di ognuno di noi.

Nasce comunque un prodotto che si può vedere come una grande sfida, o gara che sia, con caratteri diversi (abbiamo l’ambizioso, l’onesto buono di cuore, l’imbranato che cerca di svoltare) e problematiche di varia natura (la ricerca della maternità, la vecchiaia, la malattia) con una morale semplice, ma non trascurabile, che mostra l’importanza dell’onore (la competizione non prevede di portare le prove degli avvistamenti), ma soprattutto ci ricorda che conta più l’impegno del risultato, che arrivare primi non è tutto nella vita, tanto più se per ottenere un primato si trascura l’essenza, ovvero chi ci aspetta a casa.

Un film che manca dunque di energia, che aveva delle belle carte da giocarsi, che prova a percorrere con coraggio una strada più personale, ma che purtroppo stenta a dar corpo alle buone intenzioni, mancando costantemente sia sul versante comico che su quello sentimentale, pur senza scivolare su peccati capitali.

Sincero, ma innocuo. 

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