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Perfect Sense

Regia di David Mackenzie vedi scheda film

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La recensione su Perfect Sense

di alan smithee
8 stelle

"La vita prosegue, il cibo diventa piu' speziato. Piu' salato. Piu' dolce. Piu' aspro. Ci si abitua. La perdita piu' grande e' rappresentata dai ricordi non piu' presenti. Olfatto e memoria erano connessi al cervello....Senza odori un oceano di immagini sono scomparse." E' quello che capita progressivamente ad una umanita' che si sta neanche troppo lentamente spegnendo, tramite la perdita progressiva dei cinque sensi. Ognuna di queste perdite e' preannunciata da un particolare eccesso di sentimento, che e' il pianto la prima volta, che preannuncia la mancanza di olfatto, poi la fame a far svanire il gusto, una furia rabbiosa l'udito, e una inappropriata allegria la vista. In questa progressiva agonia una epidemiologa, che viene coinvolta nell'osservazione dei primi casi e nello studio di eventuali soluzioni, conosce quasi per caso un abile chef che lavora nel ristorante sotto casa. 
Senza saperlo le loro vite sono gia' un po' allo sbando a causa di problematiche personali che li hanno spinti alla solitudine o all'indifferenza verso i sentimenti piu' intimi e personali. Davanti ai loro occhi un'umanita' disperata che cerca nella rassegnazione una via d'uscita piu' realistica a discapito della possibilita' di trovare un'antidoto efficace a quel disatro immane in cui si avvia l'umanita' intera.
Una catastrofe che la bella voce femminile di Eva Green (che fa anche da io narrante) spiega come sia dirompente e veloce come allo stesso modo fu nella preistoria la glaciazione, che come una gigantesca valanga copri' tutti gli esseri viventi in una coltre mortale di ghiaccio.
Ancora una volta il bravo regista Mackenzie utilizza i suoi consueti colori lividi per immergerci nell'agonia di una umanita' che si riduce a "grasso e farina", nel senso che perde ogni tipo di capacita' di affinare la propria sensibilita' o conoscenza in nome di una pura forma di sostentamento e sopravvivenza animale che si dimostrera' sempre piu' vana con la progressiva perdita di tutti i sensi.
Si ritorna alle oscure atmosfere del celebre romanzo di Saramago (Cecita') - trasposto cinematograficamente piuttosto bene da Mereilles e inedito da noi al pari (almeno per ora) di questo interessante prodotto - ma complicando la sciagura con il coinvolgimento di tutte le percezioni sensoriali. Ewan Mc Gregor ed Eva Green rendono bene lo spaesamento di due figure giovani, belle e talentuose, ma afflitte da una vita che li aveva gia' piegati ben prima della inesorabile catastrofe che si trovano a condividere con progressiva rassegnata complicita'.

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