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Giunone e il pavone

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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La recensione su Giunone e il pavone

di mm40
4 stelle

Il secondo film sonoro di Hitchcock – anzi, a essere precisi il primo interamente sonorizzato, poiché il precedente Ricatto, per economia, venne sonorizzato soltanto in parte – è questo Giunone e il pavone, titolo non fra i più noti del regista, ancora immerso nel periodo britannico (quello in cui consolidò il proprio mestiere). Tratto da una commedia di Sean O’Casey con una sceneggiatura dello stesso regista, il film ebbe un buon successo sul momento, soprattutto di critica, ma non convinse Hitchcock per primo, che se ne lamenta infatti nelle interviste con Truffaut come di un progetto riuscito soltanto in parte, poco ispirato e realizzato più per motivi di contratto che per un’effettiva scintilla artistica. Altro motivo che indispose Hitch fu il casting forzato, con l’imposizione di interpreti irlandesi semisconosciuti che certamente non fece felice il regista; l’unico nome già visto all’interno della sua già vista filmografia è quello di Sara Algood, presente nel precedente Riscatto. Per il resto i nomi sono quasi tutti – per lo meno a quel momento – ignoti al pubblico, a parte sicuramente quello di Sidney Morgan, collega regista prestatosi a vestire i panni di Joxer, l’amico crapulone del capitano. Curioso lo sviluppo drammaturgico della storia: da dramma con risvolti comici (una famiglia difficile con personaggi buffi, connotati in maniera divertente) a vicenda comica con risvolti tragici (una falsa eredità porta a terribili conseguenze nel finale); non accreditata nei titoli di testa, in sceneggiatura pare esserci anche la moglie del regista, Alma Reville. La sequenza finale (“Oh, cuore consacrato di Gesù crocifisso, liberaci da questo odio assassino e donaci un po’ del tuo prezioso amore”, etc.) è l’emblema di un’esagerata ricerca del tragico, componente che solitamente Hitchcock non maneggia affatto nei suoi lavori (e per fortuna). 5/10.

Sulla trama

Giunone è Juno, robusta e assennata madre di famiglia; il pavone è suo marito, detto Il capitano nonostante non sia mai salito su una barca, fanfarone che trascorre le giornate al bar. Ma un giorno un notaio avverte i due litigiosi coniugi che stanno per ricevere una cospicua eredità; torna l’armonia in famiglia, ma sarà solo per poco, perché guai ben più grossi stanno arrivando.

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