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L'incantatore di serpenti, la vita senza freno di Gian Carlo Fusco

Regia di Salvatore Allocca vedi scheda film

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La recensione su L'incantatore di serpenti, la vita senza freno di Gian Carlo Fusco

di Mulligan71
7 stelle

Personaggio dimenticato, ai più giovani sconosciuto, a me, che non son più così giovane, altrettanto misterioso, Gian Carlo Fusco risplende e affascina in questo ritratto di Salvatore Allocca. Costruito con una parte di "fiction" e una di interviste a personaggi noti e meno noti del panorama culturale italiano, (Natalia Aspesi, Tinto Brass, Gianni Bisiach, Tullio Kezich, Gianni Clerici, eccetera), Allocca prova a ricostruire la vita mirabolante di questo giornalista, scrittore, affabulatore, viveur, grande bevitore di grappa e boxeur, che ha attraversato da protagonista la vita culturale italiana degli anni cinquanta e sessanta, seppure fra gli alti e bassi di una vita sregolata, caotica ma così dannatamente viva. Se il documentario perde e fatica un poco quando un pur bravo Leo Mantovani dà voce e corpo a Fusco in ricostruzioni d'epoca un po' posticce, viceversa si riprende molto bene nel racconto degli aneddoti, e ce ne sono davvero di gustosi, e negli squarci televisivi con la presenza del vero Gian Carlo Fusco, che ovviamente aiutano a inquadrare il personaggio meglio di qualunque tipo di ricostruzione postuma. Sono settanta minuti interessanti, spesso divertenti, che aiutano a colmare un vuoto e aiutano a tenere viva la memoria di un uomo che ha davvero incarnato un Italia che non c'è più, con i suoi luoghi mitici, fra Milano, Livorno e Roma e i suoi personaggi alla Buscaglione, l'ingenuità, il boom economico, i vizi e le radici che andranno a poi dare i frutti marci di oggi. Un'Italia più bella, che Gian Carlo Fusco, a quanto pare, incarnava nel migliore dei modi, fra caos, gentilezza e fantasie sfrenate. Bello e, a suo modo, necessario.

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