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Coeur fidèle

Regia di Jean Epstein vedi scheda film

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La recensione su Coeur fidèle

di noodless94
9 stelle

ALLA RISCOPERTA DEL CINEMA MUTO! 

 

Erano mesi che non vedevo un film muto, preferendo concentrarmi su altro. Tuttavia, ieri sera, ho deciso di tornare un po' indietro nella storia del cinema, esattamente nel 1923. 

In quel periodo il cinema, uscito dal brodo primordiale della sua creazione avvenuta appena qualche decennio prima, cominciava a diventare uno dei prodotti più fruiti e consumati dagli spettatori, che annoveravano sempre di più tra le loro abitudini, anche quella di andare al cinema. 

Tra i tanti grandi artisti di quel periodo, Jean Epstein, regista francese, tra i più importanti esponenti del cinema d'avanaguardia e, in particolare, dell'impressionismo francese, rimane, ai più, ignoto. 

Chi mastica cinema quotidianamente però, apprezza notevolmente le opere del regista francese, e questa, una delle sue prime pellicole, lascia, dopo quasi cent'anni di vita (95 per l'esattezza), ancora molto di cui discutere e parlare. 

 

"Guarda che occhi, che passione, che emozione riuscivamo a trasmettere senza dire nulla, solo con la forza dello sguardo" Norma Desmond (Viale del tramonto- Billy Wilder) 

 

Una frase tratta da uno dei capolavori di Billy Wilder, Viale del tramonto, è, a mio parere, la forma più corretta per presentare uno degli aspetti che più mi hanno colpito di questo film: gli occhi della protagonista(Gina Manes), magnetici, di ghiaccio, in grado di bucare lo schermo e giungere dritti allo spettatore, lasciandolo non indifferente davanti tale spettacolo. 

Gli occhi della protagonista sono usati abilmente dal regista, che con numerosi primi piani, riesce a trasmettere il dolore, la preoccupazione e l'angoscia provata dall'attrice. 

Coeur Fidele è infatti una storia di un amore difficile, di possessione. 

Il classico triangolo amoroso (due uomini innamorati di una donna, che lavora dai genitori adottivi), è il filone principale su cui si snoda tutta la trama del film. 

Numerosi sono i simboli e i richiami attraverso cui Jean Epstein è in grado di rendere ancora più viva e reale la sua pellicola, dove, sebbene la storia scorra dritta verso il finale, tutto lascia presagire l'amarezza e la noia che seguono costantemente i protagonisti. 

 

locandina

Coeur fidèle (1923): locandina

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