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New York, New York

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su New York, New York

di alan smithee
9 stelle

Sembrano una coppia qualunque ma non lo sono: si amano, e pure molto, ma sono troppo talentuosi per arrendersi alla banalità di doveri familiari che per le persone comuni appaiono inevitabilmente prioritari ed essenziali. Gran musica e love story, orchestrate tra commedia brillante e dramma della gelosia, in un lungo spettacolo scintillante.

Con N.Y., N.Y. Martin Scorsese dirige uno dei suoi film più celebri e iconici: non solo un film musicale nella sua accezione più classica; non solo un film in costume perfettamente calato in un periodo storico ed un contesto sociale ben preciso; non solo né semplicemente una storia d'amore, tra alti e bassi, lunga un decennio.

Jimmy, durante i festeggiamenti per la fine dell'ultimo conflitto mondiale, conosce la apparentemente timida e ritrosa Francine: la corte martellante e senza tregua del primo sulla seconda, darà alla fine i suoi buoni frutti quando, con tecnica asfissiante, l'uomo riesce finalmente a far centro rispetto alle attenzioni della donna, decisamente poco avvezza a cascarci e pure piuttosto diffidente.

Poi quasi per caso, o per inciso, la trama ci chiarisce chi sono entrambi i due personaggi, apparentemente bizzarri e sfaccendati, in realtà due persone di spettacolo di notevole talento: lui sassofonista, lei cantante.

Se il successo per lui pare in salita, lei invece, grazie alle sue doti vocali straordinarie, non solo fa breccia su ognuno dei manager da cui viene ascoltata, ma riesce anche a farsi assumere in coppia con il primo, lanciando anche quest'ultimo, nonostante il suo orgoglio incontrollato, nel mondo dello spettacolo teatrale e dei locali di Broadway più celebri e frequentati.

Poi la nascita, non propriamente preventivata, di un bambino, finisce per dividere, per egoismi, capricci ed ambizioni fuorvianti, i due, che si lasciano senza apparentemente troppo rammarico: per lei la via della celebrità sarà un percorso naturale e quasi in discesa, a conferma di un talento folgorante; per il musicista al contrario, il restare a galla richiederà sacrifici e strategie complesse e spesso senza frutto. 

Si incontreranno anni dopo, giusto in tempo per far sì che Francine possa mettere in scena, finalmente, la canzone grandiosa che lui le scrisse prima che la sorte li dividesse: New York, New York.

Scenografie mozzafiato, un De Niro nervoso ed isterico quanto desideriamo e ci aspettiamo dopo Taxi Driver, impostato in modo che sembra nato per suonare il sassofono; lo straordinario appeal della più celebre e talentuosa "non bella" di Hollywood (assieme alla gemella, in termini di assonanza artistica e abilità professionale multi-sfaccettata, Barbra Streisand), ovvero Liza, figlia d'arte certo, ma una delle poche star in grado di far dimenticare le generalità di coloro (artisti illustri) che l'hanno creata.  

Martin Scorsese alterna momenti di narrazione classica ove ai tempi incalzanti della commedia brillante si alternano gli spettacoli jazz di lui e i numeri musicali di lei (meravigliosa anche come ballerina, avvolta nei suoi abiti straordinari e fascianti al punto giusto, col suo fisico che si trasforma e diventa quello travolgente di una pin-up, da goffo ed impacciato che ci pareva al momento iniziale dell'inarrestabile corteggiamento durante la festa).

Le canzoni di Liza Minnelli sono tutte da antologia: New York, New York resta inimitabile e uno dei più celebri ed accattivanti motivi al mondo: scusate se è poco! 

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