Espandi menu
cerca
Alois Nebel

Regia di Tomás Lunák vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mariacarlazizolfi

mariacarlazizolfi

Iscritto dal 20 maggio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post 2
  • Recensioni 7
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Alois Nebel

di mariacarlazizolfi
4 stelle

Tratto dalla prima graphic novel ceca edita nel 2003 Bily Potok, l’esordio nel lungometraggio di Tomas Lunak Alois Nebel, scritto in collaborazione con l’autore Jaromir 99, è un progetto ambizioso, tecnicamente raffinatissimo, che lascia qualche dubbio all’uscita dalla sala.

Sulla trama

Fine anni Ottanta: il ferroviere Alois Nebel lavora alla stazione di Bily Potok in Boemia, al confine con la Polonia. È un solitario che rifugge i traumi del proprio passato con comportamenti ai limiti della follia, fino al ricovero in un sanatorio. Qui Alois conosce “il Muto”, un polacco che porta con sé una fotografia che lo ritrae insieme al padre di Alois negli anni Quaranta, a Bily Potok. Desideroso di capire le ragioni che lo hanno spinto fin lì, Alois scopre di avere molto in comune con lui, rimanendo coinvolto in una catena di delitti e vendette.

Cosa cambierei

Il bianco e nero fortemente espressivo, la cura delle immagini, la colonna sonora che mescola elettronica a melanconiche canzoni pop ceche, il talento degli attori coinvolti (su tutti il protagonista Miroslav Krobot) non bastano a compensare una trama confusa, che tenta maldestramente di trasformare una graphic novel polifonica, costruita per episodi conclusivi (il film riassume tre volumi di racconti usciti tra il 2003 e il 2006) in una storia tendenzialmente lineare con un unico protagonista, adatta a ottanta minuti di proiezione. L’aggiunta della storia con la S maiuscola non fa che complicare le cose: nel guazzabuglio dei vaghi riferimenti storiografici, poco importa che i criminali e gli assassini siano di matrice nazista o sovietica, perché l’ambiente selvaggio e desolante in cui si muovono riporta le relazioni tra uomini al grado zero della civiltà, in cui conta solo chi picchia per primo. Resta così l’impressione di un grande dispiegamento di mezzi e persone, per la costruzione di un oggetto raffinato e tecnicamente ineccepibile che può forse suggerire l’atmosfera e il sentimento di un’epoca, ma non riesce a superare la soglia del buon tentativo.

Su Tomás Lunák

Un elenco di fermate e orari, recitati sottovoce come un rosario su paesaggi di boschi innevati: i nomi delle città attraversate dal treno che da Praga arriva fino in Polonia. Nelle stazioni della capitale e di Bily Potok si intrecciano le vite di fuoriusciti e disadattati, uomini e donne nei momenti cruciali nella storia della ex Cecoslovacchia: l’espulsione dei tedeschi nel 1945, con lo strascico di violenze e delitti che ne seguì, e la Rivoluzione di Velluto del 1989, a segnare la fine del regime comunista e la nascita della Repubblica.
A conoscere un pochino la storia della Repubblica Ceca (e della ex Cecoslovacchia) forse si potrebbero capire meglio le vicende di Alois Nebel, tuttavia l’esordio alla regia di Tomas Lunak ha delle pecche che neppure lo spettatore più informato può colmare. Girato in rotoscope animation, il film ha un ritmo lento, quasi onirico, con pochi dialoghi tra personaggi insondabili, smarriti nell’atmosfera cupissima delle montagne della Boemia. Tutto è filtrato dalla memoria del protagonista, il ferroviere di mezza età Alois Nebel. La sua vita abitudinaria è turbata dai ricordi del passato, che affiorano mescolandosi con un presente in disfacimento. È difficile ricostruire le storie che legano Alois ai personaggi che incontra, quasi impossibile capire i nessi di causa ed effetto nelle azioni di ciascuno: la violenza scoppia inaspettata e non è mai mostrata, ma piuttosto suggerita nella nebbia delle allucinazioni del protagonista. Almeno fino all’ultima sequenza, in cui il sangue nero schizza copioso sulle pareti di un bar trasformato in mattatoio per vendicare i crimini del passato.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati