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4:44 L'ultimo giorno sulla Terra

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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Mathiasparrow

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La recensione su 4:44 L'ultimo giorno sulla Terra

di Mathiasparrow
6 stelle

Ogni cosa finirà domattina, l'umanità non si scompone. Il giudizio universale di Ferrara è anticipato da una routine piuttosto irrequieta, ma lontana da caos e ribellioni planetarie. Quella che il cineasta newyorkese allestisce in un appartamento della propria città somiglia a un epilogo più desiderato che ipotizzato: soltanto lui, lei, contatti lontani e solitudine vagamente ansiogena incapace di scalfire affetti e amore. Uno stato d'animo fragile ma sufficiente a colmare intere esistenze, per poche ore o magari in eterno. Le suggestioni su aldilà e scenari di un prossimo futuro scaturiscono spontanee mentre la regia si limita a osservare, senza incidere alcunché sui rituali di ogni giorno. Le uniche occhiate curiose concesse dalla cinepresa mirano agli schizzi pollockiani che si espandono sul pavimento, ultimi residui di una volontà artistica destinata all'estinzione oppure, chissà, a realizzarsi definitivamente nel creato. In quelle macchie di vernice sembra celato l'intero interesse di Ferrara; non sarà un caso se la coppia trascorrerà il più catartico dei momenti distesa sul dipinto appena compiuto. Film segnato da contrasti e perplessità, aperto a molteplici letture e cosparso di simbolismi più o meno voluti. Ma è anche un'opera colpevolmente vaga, priva di una chiara visuale sullo scenario predisposto e furba a camuffare questa mancanza di lucidità: da un lato facendo leva sul potenziale evocativo del soggetto, dall'altro accatastando qualche superfluo spunto di troppo, abbandonato sul più bello. Potrebbe essere un canto del cigno, ma la vera è impressione è che questo Ferrara dirà ancora parecchio prima di suonare il proprio requiem artistico.  

Sulla trama

affascinante e stracolma di spunti, ma semi-abbandonata al proprio destino. In tutti i sensi.

Su Abel Ferrara

In certi casi meglio rischiare l'esagerazione e lo sbaglio piuttosto che mantenersi in una posizione neutrale comoda e inconcludente. Tanti spunti seminati ovunque, ma è mancato il coraggio di dire la propria. O forse, anche lui non ce la fa più. Per conferma o smentita al riguardo parleranno i prossimi film.

Su Willem Dafoe

buona prova

Su Shanyn Leigh

fa il suo dovere

Su Paz de la Huerta

non male

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