Espandi menu
cerca
A Simple Life

Regia di Ann Hui vedi scheda film

Recensioni

L'autore

fefy

fefy

Iscritto dal 12 settembre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 9
  • Post 11
  • Recensioni 859
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su A Simple Life

di fefy
8 stelle

Ecco l'altro gioiellino di film che gira da qualche settimana: A SIMPLE OF LIFE” della cinese Ann Hui, accolto con grande entusiasmo e commozione durante la scorsa Mostra del Cinema di Venezia distribuito dalla Tucker Film che è riuscito in questo... difficilissimo intento.
Il film racconta la vicenda di Ah Tao (Deanie Ip, una meritatissima Coppa Volpi), anziana amah, domestica di una ricca famiglia borghese, e il suo profondo legame affettivo con Roger (Andy Lau), primogenito della famiglia che ha per tutta la vita assistito. Malata e sola, Ah Tao trova in Roger una presenza importante nel momento della sofferenza. E Roger riscopre nella sua anziana tata il più forte e autentico legame identitario con il suo passato e il più saldo ed intimo vincolo affettivo della sua vita.
A dispetto della apparente estrema semplicità della vicenda narrata, “A simple life” coglie nel segno e costruisce il suo valore proprio laddove sarebbe stato facilissimo scivolare: la vicenda umana tra i due protagonisti è tratteggiata con enorme grazia e delicatezza, emotivamente equilibrato. Tutto è misurato, rarefatto, soffuso, quasi accarezzato dalla felice mano della regista, esponente di spicco della New Wave del cinema di Hong Kong. Dal macro-contesto di una società come quella cinese ormai ampiamente secolarizzata e “occidentalizzata”, Ann Hui sceglie di astrarre la storia semplice di due individui, di due sessi, di due classi sociali e di due generazioni che si interrogano sul senso del loro essere, oggi, parte della stessa Storia. La Cina contemporanea non è più un paese per vecchi. Il patrimonio culturale di una civiltà millenaria rischia di sfaldarsi tra le pieghe dello “sviluppo” selvaggio. Lo slancio per riallacciare il legame con il passato e proiettarsi verso il futuro non può prescindere, sembra suggerire Ann Hui, da un rinnovato patto tra generazioni. Alcune delle sequenze più belle del film sono ambientate in un ospedale/casa di cura, una comunità accogliente che riconosce e lenisce la sofferenza e che sopperisce alle carenze di troppi nuclei familiari distanti. E’ il concetto stesso di famiglia ad essere profondamente ridiscusso e ridefinito, in un’ottica che individua nel legame “del cuore” un vincolo più intenso e partecipato del legame di sangue. L’umanità delle vite semplici raccontata da Ann Hui è un microcosmo di destini e storie individuali che ridisegna anche le distinzioni tra classi e censi, e che prescinde da rigidi inquadramenti ideologici nel nome di un rinnovato umanesimo interclassista.
Filmare “le cose come sono”. Questo ha fatto questa regoista davvero sensibile una sorta di realismo cinease, catturare l’essenza della realtà e dei sentimenti

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati