Espandi menu
cerca
Himizu

Regia di Shion Sono vedi scheda film

Recensioni

L'autore

myHusky

myHusky

Iscritto dal 4 settembre 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 47
  • Post 2
  • Recensioni 56
  • Playlist 2
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Himizu

di myHusky
8 stelle

"So vedere una mosca nel latte,
So riconoscere l'uomo dall'abito
So distinguere l'estate dall'inverno
So giudicare dal melo la mela

So conoscere dalla gomma l'albero,
So quando tutto è poi la stessa cosa, 
So chi lavora e chi non fa un bel niente, 
So tutto, ma non so chi sono io."

È tutto nell'ultima sequenza, nella corsa disperata di Sumida verso la rinascita o, meglio, verso una matura presa di coscienza. "Sumida, non arrenderti!" urla, assieme a Chazawa, e il grido diventa automaticamente il verbo di chi, come il protagonista, ha avuto la forza e il coraggio di (auto)ribellarsi e di procedere verso un, seppur incerto, futuro di speranze.

Lungometraggio potente ed emozionate, Himizu, tratto dal manga omonimo di Minoru Furuya e ricontestualizzato nel terribile scenario del post-disastro di Fukushima, è una riflessione che, partendo dalla lotta interiore del protagonista, ci porta a guardare dentro i meccanismi delle relazioni umane e della società stessa. Tutto firmato Sion Sono.

 

Sumida è un quattordicenne costretto a mandare avanti da solo una piccola impresa familiare di noleggio barche, data la quasi totale assenza dei genitori. La madre, spesso fuori casa, sembra non voler curarsi del figlio e dell'attività; il padre, violento e crudele, si fa vedere solo quando è alla disperata ricerca di denaro. 
Le circostanze sfavorevoli non permettono a Sumida di poter aspirare ad una vita normale e ad un futuro sicuro e modesto per se stesso: tutto ciò che raccoglie è solo violenza e rabbia. 
Nonostante ciò, un piccolo spiraglio di luce sembrerà aprirsi nella vita degradante e precaria del protagonista grazie all'incontro con la compagnia di classe Chazawa. 

Himizu, nei suoi 130 minuti di durata, è al tempo stesso un grido di rabbia e di speranza. È la violenza che si scaglia su Sumida e la volontà stessa del protagonista, grazie all'intervento di Chazawa, di andare contro i soprusi e contro la propria rassegnazione (autodistruzione) per provare a costruire qualcosa di nuovo e duraturo. 
Sion Sono abbandona, in parte, le tendenze surreali e pazzoidi tipiche del suo cinema (Love Exposure, un esempio su tutti) per dare maggior spazio ad un dramma di straordinaria potenza che riesce ad alternare il crudo realismo della narrazione e del suo contesto con la dipserata delicatezza poetica impressa nel volto e nelle azioni della co-protagonista. 
In questo racconto feroce ed emozionate, tra le macerie dei disastro (fisico e psicologico) di Fukushima, seguiamo le vicende della vita del protagonista, rimanendo a stretto contatto con il contesto sociale, instabile e degradato come i personaggi del lungometraggio. Sumida, come ho già scritto, raccoglie e prova a metabolizzare rabbia e dolore fino a quando il proprio limite di sopportazione glielo permette e, quando questo confine viene inesorabilmente scavalcato, tutte le convinzioni e i (seppur miseri) buoni propositi crollano definitivamente. Il caos prende piede, e il quattordicenne è costretto a confrontarsi con le conseguenze della propria violenza e delle proprie azioni.
Sion Sono ci trasporta in questo vortice e, tra alcuni incontri e situazioni a tratti surreali (l'autore non si smentisce!), porta avanti la sua operazione di devastazione del protagonista che, in tutto e per tutto, sembra richiamare alla mente quelle macerie e quel senso di distruzione che potevamo solo in parte cogliere nell'incipit della pellicola. Sumida è, a conti fatti, la vittima sacrificale del regista giapponese, che viene portata all'altare per poter essere mostrata a tutti per noi, per farci comprendere il senso del film stesso che, appare chiaro ora, è qualcosa di ben più importante della mera e semplice narrazione. 
Un'operazione di devastazione che, però, è costretta a subire un'alterazione quando ormai ogni forma di speranza era da considerarsi definitvamente perduta. È l'intervento di Chazawa, la giovane compagna di classe di Sumida, che porrà il seme del cambianto all'interno del protagonista. Così, attraverso il personaggio interpretato dalla bravissima Fumi Nikaid? (simbolo di devozione e integrità morale), Sion Sono apre l'ultima porta, l'ultima possibilità di salvezza, non solo per il protagonista, ma anche per l'intera società che in questo film viene mostrata. 

Himizu, tra le altre cose, ha il grande pregio di farci sentire tutta la tensione e l'instabilità dell'esistenza del suo protagonista, riverberando questo senso di atroce precarietà alla condizione sociale del post-disastro nucleare.
Lo stile di Sion Sono è inconfondibile: la violenza si alterna alla poesia e si fonde in essa, dando così vita ad un'opera ricca e profonda. Come non citare, a questo proposito, il meraviglioso incipit che, alternando i versi dalla "Ballata delle cose da niente" di François Villon pronunciati da Chazawa con la lunga carrellata sulle macerie del disastro (sul Requiem di Mozart), si inserisce perfettamente all'interno del binomio realismo-poesia. 
Sh?ta Sometani e Fumi Nikaid? sono gli altri due importanti nomi da fare quando si parla di questo film: sono gli eccelsi interpreti che sono riusciti a dare spessore e credibilità a due personaggi complessi e difficili come Sumida e Chazawa. 

SI fa sentire, dunque, l'urlo di Sion Sono che, con questo lungometraggio ci mostra, ancora una volta, le sue grandi ed indiscusse doti da autore e da narratore della settima arte. 
La tesi è avvalorata: siamo di fronte ad uno dei più importanti e significativi registi del cinema contemporaneo, e questo Himizu ne è un'ulteriore riprova. 

"Principe , so tutto in fin dei conti, 
So vedere chi sta bene e chi sta male, 

So che la Morte porta tutto a compimento, 
So tutto, ma non so chi sono io."

(
François Villon, "La ballata delle cose da niente")

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati