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Himizu

Regia di Shion Sono vedi scheda film

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GIMON 82

GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Himizu

di GIMON 82
10 stelle

"Sumida non arrenderti!"....."Sumida non arrenderti !"

"Sumida non arrenderti !!".........

Non è un mantra e neanche un tormentone da canzone giovanile,ma è lo struggente urlo di speranza d'una giovane adolescente verso il fidanzatino.

"Himizu" in lingua nipponica vuol dire "Talpa",Sumida è un adolescente con famiglia problematica,vessato e maltrattato dal padre alcolizzato e dalla madre assente.Il giovane"sogna" di essere come una talpa,per non vedere o sentire lo scatafascio  umano (e non solo) del quale è vittima.

L'11 marzo 2011 è una data nefasta per quel Giappone vittima d'uno tsunami catastrofico,che distrugge sogni,speranze e futuro d'un intera popolazione.

locandina

Himizu (2011): locandina

Il "Bad boy" del cinema nipponico Sion Sono pone quella tragedia come cuore pulsante del film.

Accantonando (in parte) deliri e degradazioni della societa' visti nello sconvolgente e precedente "Cold Fish" (2010) e presentando la profonda  lacerazione urbanistica del suo paese.

"Himizu" ci trasporta dalle prime battute in una panoramica  simile ad un olocausto atomico.Detriti,calcinacci,fango e ricordi seppelliti,uno scenario apocalittico nel quale spicca la figura centrale d'un giovane con la pistola puntata alla tempia.

E' il giovane Sumida in procinto di suicidarsi,ma è solo un incubo,come il quotidiano del giovane d'altronde,che "sogna" un futuro ordinario,da "barcaiolo" ai margini del fiume,come l'ubriacone padre.Per il giovane l'unico punto di contatto esterno è rappresentato da un umanita' ai margini,al quale lo Tsunami ha ucciso il passato ed anche il futuro.Oltre ad una variegata "corte dei miracoli" che affolla le rive del fiume,c'è un itraprendente ragazzina innamorata di Sumida:Keiko Chazawa,vittima quanto il giovane di una famiglia disfunzionale.La regia rappresenta un mondo distrutto,a differenza di "Cold Fish" il male non è annidato nell'animo,ma viene da una natura traditrice che spazza via ogni possibilita' di vita,identita' e scelta.

 

"Chi sono io!??!! Chi sono Io??  Ditemelo!!! non lo so piu'...."

E' un passaggio breve del film,ma molto significativo,un giovane invasato che urla per le strade,cercando un identita' perduta.

Come quella d'un paese stritolato da onde prepotenti,e che Sono non manca di sottolineare con "esterni" di notiziari televisivi.Tra Fukushima e devastazione vive pero' il tormento di Sumida,"solo al mondo",e alle prese con una nevrosi che lentamente prende il sopravvento.

Esiste pero' un lembo speranzoso,di un domani migliore,rappresentato dall'energica ragazzina Keiko.

L'adolescente è forse la figura piu' accattivante dell'intero film,struggente e romantica nel finale,col suo fare bambinesco cerca di scuotere Sumida dall'apatia che lo assale.

Sumida e Keiko come un "futuro" che non muore,speranzoso pure nei dolori odierni,Sion Sono mette al centro d'una tragedia nazionale figure giovani,come un volere dare continuita' ad un passato ormai sepolto.

L'omicidio di Sumida ai danni del padre è una catarsi significativa d'una nazione lacerata e addolorata,che nonostante cio' cerca di liberarsi d'un passato scomodo e ingombrante.

E' straordinario l'utilizzo della telecamera del "Bad boy" nipponico,potente e flessibile nel narrare la tragicita' d'un mondo piegato ma non sconfitto.Solo i "Perdenti" sono gli sconfitti,Yakuza grotteschi quanto clowneschi impersonati dal malefico Denden di "Cold Fish".Oppure la figura del "vicino di casa" Yotoro,compassionevole nei confronti di Sumida,una figura paterna,un uomo devastato che affida le sue speranze al giovane."Himizu" nonostante la durezza della narrazione è affascinante nella dolcezza poetica,è ardimentoso Sion Sono nel mostrare una dolce adolescente che decanta una poesia sotto la pioggia.E' carezzevole nel trasmettere un sentimento in parte non ricambiato di Sumida verso Keiko.

Ed è magnetico nell'emozionalita' d'una "morte interiore" collettiva,che come Sumida vive sull'ago di una bilancia,tra il lasciarsi morire o lottare per trovare un posto nel mondo.

Metafore straordinarie d'un film dalla sinfonia barocca,duro quanto commovente nell'urlo di speranza e ottimismo.

Per una volta vengono abbandonati nichilismo e lacerazioni,oggi si continua a vivere,pur nella melma schifosa che puo' essere la vita.Un film dolente e dolce nel contempo,urlato ad alta voce nella straordinaria performance dei giovani attori Shota Sometani e Fumi Nikaido,meritevoli del premio Mastroianni a Venezia.

Loro sono le fulgide "luci e ombre",l'animo vivo d'un paese inginocchiato da un nefasto evento che ne ha sradicato le radici, innescando nel suo popolo uno "Tsunami dell'anima".

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