Regia di Fernando Meirelles vedi scheda film
Forse il titolo non è dei più azzeccati (l'aspetto passionale è il meno convincente, essendo più un film sulla ricerca della felicità): era molto meglio Girotondo, dal nome del racconto da cui viene tratto), ma il film mi è piaciuto!
Il Regista illustra le evoluzioni di alcune coppie (di coniugi, di colleghi sul lavoro, di sorelle) con la tecnica narrativa "a spirale" ovvero lasciando che le storie si sviluppino, si intersechino, si influenzino. Ed apre il tutto con la massima di un saggio: quando un giorno durante il cammino incontrerai un bivio, prendilo! Nel senso che il percorso alla felicità può essere tutto e il contrario tutto: lo si impara solo praticandolo...
Il problema reale è: quanto sono libero di scegliere? Una coppia decide di restare insieme per convinzione o per abitudine? Il mio lavoro mi piace o sono solo costretto farlo? A volte un evento fortuito (un appuntamento con una escort andato male, la morte del mio capo, un abbandono inatteso) ci mette in grado di vedere la vita da un nuovo punto di vista. Meirelles non vuole pontificare, non intende fare un' invettiva contro la morale borghese sulla sacralità della famiglia e della religione. Lascia che le storie delle varie coppie fluiscano, si intreccino e seguano il loro corso torbido o ideale. Il personaggio che ne viene fuori meglio è quello del giovane in riabilitazione dopo una detenzione per stupro, che sarà in grado di gestire i suoi impulsi anche in una situazione estrema e a percorrere la strada che aveva intenzione di fare. Ottima la prestazione di Sir Anthony Hopkins, nel suo ritratto di un padre a cui è scomparsa la figlia 6 anni prima e che sta ancora cercando una sua pace interiore.
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