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El campo

Regia di Hernán Belón vedi scheda film

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La recensione su El campo

di FilmTv Rivista
6 stelle

Elisa e Santiago, coppia argentina con bimba al seguito, si trasferiscono nella periferia agricola di Buenos Aires, in cerca di un locus amoenus dove costruire il proprio futuro partendo da zero. Il documentarista Belón catapulta lo spettatore in un’atmosfera da incubo privato, restituita da nebbiose e incerte inquadrature iniziali di chiaro gusto horror. La tranquillità della nuova casa pare nascondere inquietanti attività delle quali il sound design si incarica di riflettere la carica emotiva. Cigolii metallici, tonfi leggeri e improvvisi: Elisa diviene suscettibile all’intrusione sonora, capace di caricare anche i più banali rumori domestici di referenti altri, spettrali e dunque insondabili. Su stilemi risaputi - dalla pregnanza del fuoricampo uditivo al tema dell’isolamento, dai vicini ingombranti e “strani” all’indefinito terrore strisciante - Belón innesta però una variazione spiazzante, utilizzando il registro thriller come semplice controtempo su una partitura a toni melodrammatici. Quella che si consuma nel casolare di campagna (il campo del titolo) non è una discesa nella paura, bensì una seduta di analisi di coppia coraggiosa nelle intenzioni ma di banale restituzione in sceneggiatura. La condizione di solitudine porta allo scoperto, come da copione, le pulsioni, i nervi, l’inconscio. L’isteria indotta dal contesto comporta la scissione interna di Elisa, con deviazione schizoide dal progetto di vita condiviso. Se la sera vuole un altro figlio da Santiago, la mattina chiede la separazione dopo aver visto il marito uccidere (involontariamente?) una lepre incinta: saltano le coordinate e l’alienazione prende il sopravvento. La narrazione rurale si avvale di un’ottima regia d’ambiente, sospesa nel (non) tempo cadenzato e monocorde del (non) luogo. La lentezza del racconto, pienamente motivata dalle esigenze drammatiche, è sostenuta da una grande libertà nel montaggio e nei tagli dell’inquadratura, e viene talvolta interrotta da incursioni energiche nella sfera sessuale della coppia. A El campo manca soltanto il guizzo dell’imprevedibilità, quello scarto capace di trasformare una lineare vicenda di crisi domestica in un’opera capace di bucare l’immaginario e in esso trovare stabile domicilio. Gli ammiccamenti di genere andavano in questa direzione, ma forse sono stati abbandonati troppo presto a beneficio di una vicenda già vista.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 35 del 2012

Autore: Claudio Bartolini

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