Regia di Michele Placido vedi scheda film
Caccia del bravo poliziotto a rapinatori professionisti e spietati assassini. Sete di vendetta per la morte ingiusta, o forse giusta, inevitabile di un figlio. Tradimenti, sangue, efferatezza e anche un mezzo serial killer. In una Parigi senza un raggio di sole, grigiastra come la storia thriller-noir scritta non male dai francesi Denis Brusseaux, Cédric Melon. Inizio forte, perfetto. La sequenza della rapina in banca con conseguente super sparatoria è realizzata molto bene. Ricorda, in parte, quella di un gioiello del genere, Heat. La sfida (1995, Al Pacino e Robert De Niro insieme e scusate se è poco). Ne Il cecchino abbiamo il sempre bravo Daniel Auteuil, invecchiato, col volto gonfio e lo sguardo amaro che conosce bene chi l’ha seguito con passione. Lui è il poliziotto stanco, a fine carriera ma che non molla. E quindi caccia con pervicace costanza lo spietato killer, che però alla fine mostra uno spicchio di cuore. Nella parte l’onesto Mathieu Kassovitz. Alla fine non vince proprio nessuno e questo va bene. Inutili e imbarazzanti le presenze italiane nel cast assemblato dal regista Michele Placido (per lui anche un cameo senza pathos). L’autore del bellissimo Romanzo criminale non esita a imporre la sciapissima figliola Violante, cui concede qualche minuto (se la usi dagli spazio, o no?) come innamorata del deprimente bandito Luca Argentero (come sopra) con scritto sulla faccia, sin dall’inizio del film, ‘sono uno di quelli che muore’.
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