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The Color Wheel

Regia di Alex Ross Perry vedi scheda film

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La recensione su The Color Wheel

di mck
8 stelle

Two (Ugly) for the Road.

 

 

C’è uno scherzo segreto, anzi due, all’interno del secondo lavoro - dopo l’esordio di “Impolex” - diretto, interpretato e montato da Alex Ross Perry, il futuro regista di “Listen Up Philip”, Queen of Earth”, “Golden Exits” ed il recente “Her Smell”, da lui anche scritto con Carlen Altman (che interpreta uno dei due ruoli principali, ovvero la sorella del protagonista) e prodotto con Bob Byington (che si riserva l’importante parte secondaria dell’ex amante della sorella, nonché suo professore all’università), e immagino sia un merito che il regista possa condividere col suo sodale direttore della fotografia, Sean Price Williams (“Good Time”, “Marjorie Prime”, “Tesla”): ad un certo punto uno stacco di montaggio chiude un’ellissi e, riprendendo la narrazione, il quadro appare non soltanto sfuocato, ma addirittura pixelato (l’opera è girata in pellicola B/N da 16mm): orbene, il titolo del film rimanda al Cerchio Cromatico perfezionato da M.E. Chevreul, un dispositivo catalogante messo a punto - sulla base di lavori similari licenziati antecedentemente da parte di altri colleghi scienziati, da Isaac Newton alla deriva esoterico-newage di J.W. Goethe - dal chimico francese nella prima metà nel XIX secolo atto a rendere possibile ed agevole la classificazione delle sfumature di colore (tanto su basi fisiologiche, come per le tinture, gl’inchiostri ed i pigmenti dei colori a tempera e ad olio, quanto ottiche, come per le onde elettromagnetiche dei raggi solari e degli schermi televisivi), là dove i colori fra loro complementari…

 

 

↑ Alex Ross Perry & Sean Pryce Williams – “the Color Wheel”, 2011 (fotogramma) ↑         

↓ Verde + Rosso: man mano che ci si allontana dallo schermo diventano Giallo ↓

 


[quelli che, se sommati uno all’altro in sintesi sottrattiva (YRB: yellow-red-blue) o additiva (RGB: red-green-blue) mescolando polveri veicolate da un liquido più o meno viscoso o sovrapponendo due fasci luminosi con predominanza di colore differente danno come risultato un colore più saturo o la piena luce bianca, ché gli effetti sono diversi tra chimica e fisica: per ottenere il verde con un acquarello - colori primari sottrattivi - servono il giallo e il blu, mentre per avere il giallo con la radiazione dello spettro elettromagnetico - colori primari additivi - occorrono il rosso e il verde]

 

 

↑ Sintesi additiva (RGB) delle onde elettromagnetiche e sintesi sottrattiva (YRB) dei pigmenti ↑          

↓ La ruota cromatica di Chevreul: originale, a SX, e "sintetizzata", a DX (cliccare qui o sull'immagine per ingrandirla) ↓

 


…si trovano alle corrispettive estremità opposte del diametro lungo la circonferenza (col centro a rappresentare l’invalicabile confine tra i due - ed ecco uno dei due rimandi/riferimenti che si palesa - fraterni raggi incestuosi), e che sarà, mezzo secolo dopo, preso come base di partenza da George Seurat per studiare, ricercare e sviluppare implementazioni al movimento pittorico neoimpressionista - ed ecco l’altro scherzo - del puntinismo di cui fu massimo esponente e co-fondatore.

 


Chiudono il cast: Kate Lyn Sheil, Craig Butta, Ry Russo-Young, Anna Bak-Kvapil (che si occupa anche delle scenografie) e Kate Hollowell. Musiche: Preston Spurlock e John Bosch.

 


E fin qui (sesso, declinato in vari aspetti: relazioni socialmente sgradite e, oggettivamente peggio, biologicamente pericolose, fondamentalisti religiosi con doppia morale ed etica variabile, etc…), in parte (ma deflagherà col film successivo), Philip Roth. Poi, c’è Woody Allen: “Tu? Insegnare? Non hai le competenze per insegnare: a malapena sai imparare!”

 


* * * ¾   

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