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Biancaneve e il Cacciatore

Regia di Rupert Sanders vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Biancaneve e il Cacciatore

di miss brown
8 stelle

Con questo film ho ritrovato dopo molto tempo il piacere della meraviglia: per i guerrieri fantasma che si frantumano in mille schegge di ossidiana durante l'assedio al castello e per i funghetti che strizzano l'occhio nel bosco incantato, per i neri, diabolici alberi della palude che strisciano a strangolare i viaggiatori e per gli animaletti fatati in puro stile Disney. Ma è tutt'altro che un film per bambini: la fiaba è quella tradizionale, con pochi ma interessanti cambiamenti, ma su tutto incombe un profondo, oscuro dolore.

SPOILER! SPOILER! SPOILER! La regina Ravenna e il suo succube fratello Finn, strappati da bambini alla madre strega, hanno avuto un'infanzia miserrima e infelice; ma nella loro ricerca di una rivalsa attraverso la magia hanno passato il segno, il prolungamento delle loro vite provoca la morte delle donne a cui risucchiano l'essenza vitale. Il cacciatore Eric è diventato un alcolizzato dopo la morte della bella moglie. E terrorizzate e infelici sono le donne del villaggio, sole perché i mariti sono in guerra, e dai volti sfregiati perché quelle ferite autoinflitte sono l'unica protezione, per loro e per le giovani figlie, dall'insaziabile fame di bellezza della Regina.

Mentre nel recente MIRROR, MIRROR di Tarsem Singh la Regina era un'isterica commediante, un'incosciente e coloratissima ninfomane, nella scelta registica di Rupert Sanders è una tragica figura in bianco e nero, crudele, sessualmente repressa, alla perenne ricerca di rassicurazioni, e la bellissima Charlize Theron ne dà un'interpretazione intensa e magnetica, a tratti disperata. Interessante l'introduzione del personaggio di Finn, il fratello della regina, debole e autenticamente sadico, un sorprendente Sam Spruell.

Kristen Stewart è sottile ed esangue come da titolo, interpreta con grazia una Biancaneve leggiadra e determinata; il copione non le assegna certo la parte principale: per qualità delle scene e numero di battute il film avrebbe dovuto intitolarsi LA REGINA CATTIVA E IL CACCIATORE. Chris Hemsworth sfodera tutto il suo muscoloso fascino rustico (per quanto si sforzi NON è un nuovo Errol Flynn) nella parte dell'inconsolabile vedovo Eric; per Biancaneve è una specie di fratello maggiore, ruvido e protettivo, senza nessuna implicazione romantica da parte sua: ma non da parte di Biancaneve, che lo guarda di sottecchi in un certo modo. E sarà il bacio di Eric a risvegliarla, quello del fessacchiotto ex-compagno di giochi William, l'incolore Sam Claflin, non le aveva fatto proprio nessun effetto. Ma dovrà sposare lui, è il figlio di un conte e noblesse oblige.

I 7 nani (qui ce n'è un ottavo, il padre cieco di uno di loro, che però muore riequilibrando il conto) sono interpetati dai migliori attori inglesi "accorciati" con la rielaborazione elettronica: va ancora bene per i bassetti Bob Hoskins e Toby Jones, ma su due omoni dal fisico possente come Ian McShane e Ray Winstone l'effetto è piuttosto sconcertante. E rimpiango tanto spreco, le loro parti sono davvero minuscole.

Il film è stato girato negli studi di Pinewood, nelle Highland scozzesi e nel Surrey e come la maggior parte degli attori è britannico l'eccellente cast tecnico. La premiatissima Colleen Atwood (Oscar per MEMORIE DI UNA GEISHA, CHICAGO e ALICE IN WONDERLAND) ha creato splendidi e sontuosi costumi. Lo scozzese Dominic Watkins (ALPHA DOG, UNITED 93, GREEN ZONE) si misura per la prima volta con un'ambientazione non contemporanea e vince ampiamente la sfida: ha inventato scenografie molto realistiche per il castello, il villaggio e la brughiera, fangosi e scuri, quasi in bianco e nero, sfoderando un'immaginazione pirotecnica per il delizioso bosco fatato, popolato da animaletti coloratissimi e magici esserini di ogni tipo: complimenti alla miriade di animatori e addetti agli effetti speciali che ha collaborato con lui e con l'ottimo Greig Fraser, già direttore della fotografia di BLOOD STORY e BRIGHT STAR. L'esordiente Rupert Sanders, fin'ora premiato regista di short pubblicitari, dimostra una mano eccellente sia nelle scene di interni che in quelle d'azione, con un uso puntuale e mai ridondante degli effetti elettronici.

Insomma un ottimo spettacolo, fruibile a diversi livelli da adulti e ragazzi, assolutamente vietato in tutto il mondo tranne l'Italia ai minori di 11 anni: se avete figli ancora alle elementari lasciateli a casa o dovrete combattere con almeno una settimana di incubi notturni.

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