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Chef

Regia di Daniel Cohen vedi scheda film

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La recensione su Chef

di supadany
5 stelle

Non siamo certo di fronte ad una di quelle commedie che ci fanno invidiare la prosperità del cinema francese, il tema del gusto è indicato e ben accetto, ma la prelibatezza dei piatti, e dell’ingegno (anche se un po’ troppo ostentato) non va di pari passo con l’evoluzione dei legami che spesso prevede soluzioni estemporanee e poco convincenti.

La vera passione di Jacky Bonnot (Michael Youn) è la cucina, ma un po’ per necessità, sua moglie Beatrice (Raphaelle Agoguè) è incinta e vuole da lui un impiego stabile, un po’ per le sue intemperanze sul lavoro è obbligato a dedicarsi ad altro.

Poi un giorno incontra il grande chef in difficoltà Alexandre Lagarde (Jean Reno) che gli propone un lavoro temporaneo, e non retribuito, presso la sua cucina; non dirà niente alla moglie e riuscirà a far capire la sua bravura, non senza qualche intoppo dovuto alla situazione.

 

 

Commedia un po’ raffazzonata che alterna momenti anche molto simpatici ad un percorso narrativo un po’ claudicante nel quale molto è lasciato al caso con conseguente perdita di lucidità e di ritmo in più occasioni.

Il personaggio principale è un po’ troppo ostentato nell’esternazione delle sue attitudini per essere simpatico a tutto campo, mentre lo chef rinomato si giova della presenza di Jean Renò, non certo il suo gettone speso meglio anche se il suo apporto non è marginale.

Invece, i messaggi principali che il film ci lascia sono di consistenza opposta; il gusto non ha prezzo, ma oggi proprio in nome del profitto viene relegato in secondo piano, lottare quindi in nome della qualità è importante e lo è trasversalmente in qualunque attività, artistica o lavorativa che essa sia; d’altro canto il film ci ricorda che le bugie hanno le gambe corte e francamente il peso destinato al non detto da parte di Jacky a sua moglie mi è sembrato un po’ eccessivo (ci si gioca a lungo).

Così come stona il buonismo, decisamente malriposto per cui improvvisamente Alexandre cambia atteggiamento verso sua figlia e Beatrice verso Jacky, il tutto all’insegna dell’inserimento forzato per piacere al pubblico meno esigente.

Non manca neppure il momento scult in piena regola, qui rappresentato dalla cena giapponese con i due protagonisti vestiti, ed agghindati, da donne; purtroppo non si ride e si prova pure un po’ di sconforto.

Insomma ci sono tante cose che funzionano poco, o proprio per nulla, così lo sfondo, concettualmente più che gradevole, viene minato ed il risultato, a parte qualche discreta battuta, lascia per lo più l’amaro in bocca.

Debole. 

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