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Prometheus

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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DeathCross

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Prometheus

di DeathCross
6 stelle

Dunque, non è un brutto film, Scott resta un Regista molto bravo sul piano tecnico e gli spunti filosofici sono assai interessanti però... Però ho avuto un po' l'effetto "Noah", ovvero mi è sembrato che si puntasse troppo in alto, sia nella forma (dopotutto, si doveva fare il prequel di "Alien", Capolavoro che ha segnato un Punto di Non-ritorno nella Storia del Cinema) che nei contenuti (domande esistenziali come la Ricerca del Senso della Vita, un po' come accadeva in "Blade Runner", ma l'ambientazione spaziale richiama più il "2001: A Space Odissey" di Kubrick) che, ma si ha l'impressione che questi obiettivi ambiziosi siano stati perseguiti in modo troppo esplicito e forzato. Ecco la differenza tra il 'vecchio' Scott di "Alien" e "Blade Runner" e quello 'nuovo' post-"Gladiator" (Cult magnifico, ma che inizia a presentare tutti i difetti dello Scott futuro, come pretenziosità, spettacolarità cercata ad ogni costo, seriosità e Russel Crowe): se il 'vecchio' Scott utilizzava i trucchi appresi nella carriera pubblicitaria per suscitare emozioni (Paura, Tensione...) e da queste emozioni, con alcuni suggerimenti, lanciava degli imput di riflessione per gli/le spettatori/rici, il 'nuovo' Scott utilizza trucchetti consalidati nel Cinema di Genere per ottenere la tensione (minima) e nel contempo forza il pubblico affinché recepisca i messaggi che vuole lanciare, in questo caso l'importanza della Ricerca della Verità e del bisogno di Fede che travalica la conoscenza. Inoltre, il cast e i personaggi non sono all'altezza di quelli presenti nel primo "Alien" (ma anche in tutto il resti della tetralogia): qui non riescono a catturare l'empatia, specialmente i due personaggi femminili (e questo per me è assai strano, visto che solitamente nei Film le donne sono le migliori, le più interessanti, le più profonde). Charlize Theron lascia indifferenti, e Noomi Rapace tenta assai inutilmente di sostituire Sigourney Weaver, ma riesce solo a non essere fisicamente invisibile sullo schermo (ho notato di più Kate Dickie, ma perché volto noto ai/lle fan di "Game of Thrones"). Anche il cast maschile, però, non brilla: i personaggi sono perfettamente inquadrati nei loro ruoli, risultando un po' stereotipati (e prevedibili), e Guy Pearce, che pure svolge un ottimo lavoro nei panni invecchiati di Peter Weyland, si prende troppo sul serio e ha quell'aria boriosa che solitamente associo all'attore-feticcio di Scott... Patrick Wilson appare troppo poco per essere valutato, ma non è male. Positivo, invece, Idris Elba (presente anche in "Pacific Rim"), anche se il suo personaggio del capitano richiama per certi aspetti il sergente Apone di "Aliens". Il migliore però è Michael Fassbender, ottimo nel ruolo dell'androide 'arianoide' con un sorriso freddo sempre stampato sul volto: lui, assieme agli echi del primo "Alien" (in cui tra l'altro rientra, in quanto palese rievocazione dell'Ash di Holm), è l'elemento veramente memorabile della pellicola.
Piccola considerazione riguardo alla figura degli Engineers: 'nsomma, dovrebbero essere la rappresentazione dell'essere umano perfetto, divino, però hanno qualcosa che non mi convince e in certi punti (già dalla prima sequenza) mi son sembrati risibili...

Ricapitolando, un film d'intrattenimento che sicuramente scalderà per 2 ore i cuori delle amanti e degli amanti della Saga di "Alien", ma che purtroppo non riesce a lasciare tracce profonde all'interno di essa (figuriamoci nella Storia del Cinema!). Se prima pensavo che Scott non potesse che essere l'unica persona a parlare degli antefatti misteriosi di "Alien", ora ho l'impressione, come con "The Hobbit", che un/' altro/a regista sarebbe stata la scelta migliore: la tetralogia di Alien, dopotutto, è una delle pochissime saghe (escludendo, ovviamente, il decisamente inutile e mediocre dittico contro i predator) ad essere così compatta per Qualità proprio grazie all'unicità che contraddistingue ogni singolo capitolo in quanto diretto ciascuno da un Regista completamente differente dagli altri...

Inevitabile (per fortuna o purtroppo?) il sequel: sarebbe interessante vedere un vero punto di congiunzione con la Saga principale visto che nel finale viene lasciata intendere l'origine della specie Xenomorfa... Ma a questo punto opterei per un altro Regista, magari uno tipo Del Toro (o un orientale)...

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