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Jimmy Bobo - Bullet to the Head

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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La recensione su Jimmy Bobo - Bullet to the Head

di Decks
4 stelle

Un film ricreativo che volontariamente rifiuta qualsiasi inventiva tentando di unire l'action anni '80 all'irriverenza del cine-fumetto. Il risultato è piuttosto pietoso. La sua unica fortuna è quella di avere Walter Hill alla regia che lo salva dal dimenticatoio, ma non dalla mediocrità.

Gli anni 2000 per un colosso del cinema action come Walter Hill sono stati piuttosto infausti e purtroppo la caduta di qualità iniziata da "Supernova" continua imperterrita con questo film su commissione; passato alla direzione del regista di Long Beach soltanto per divergenze creative tra Sylvester Stallone e Wayne Kramer (mai andare contro le vecchie glorie del cinema muscolare).

La presenza di Hill in questo film fatto su misura per il nerboruto e invecchiato Rambo datosi all'omicidio su commissione, è una fortunata aggiunta a quello che altrimenti sarebbe stato il solito filmettino d'azione.

 

Sì, perchè di fatto, la trasposizione del fumetto francese "Du plomb dans la tête" non aggiunge nulla di unico se non il tentativo di riportare in auge una figura come quella di Stallone alle prese con un prodotto che avrebbe dovuto far breccia sui giovani adolescenti.

Quindi quale mezzo migliore che il fumetto, tanto in voga nei giorni nostri, per rendere il serioso ex-pugile ed ex-reduce un personaggio più simile ai pre-confezionati eroi Marvel: fracassone, moralmente retto e genuinamente cazzone.

James Bonomo, in arte Jimmy Bobo è sostanzialmente questo e nient'altro, un eroe dei nostri tempi che scorrazza per le vie di New Orleans uccidendo (tranne donne e bambini non sia mai!), pestando e gonfiando le sue frasi proprio come fa un vero duro.

 

Christian Slater, Sylvester Stallone

Jimmy Bobo - Bullet to the Head (2012): Christian Slater, Sylvester Stallone

 

La sceneggiatura di Alessandro Camon, conferma questo desiderio di conquistare i più giovani farcendo di battute e scazzottate ogni sequenza, aggiungendovi il classico evolversi di una trama fino all'ultimo scontro con il cattivo di turno; antagonista, su cui la macchina da presa non ha tempo di soffermarsi più di tanto, dato che le vere star sono i pugni di Jimmy Bobo.

A questo proposito la sceneggiatura è piuttosto povera ed ha un inconsapevole e non voluto ritorno da b-movie, causa le numerose battute anni '80, le quali più che nostalgia provocano allo spettatore delle risate ammantate da questi tempi comici al limite del carnevalesco, godendo nel rivedersi lo stesso energico Stallone di un tempo (lifting permettendo), solo più caciarone.

 

Eppure, pur avendo dei personaggi scritti su un coriandolo ed una trama priva di spessore e di entusiasmo, Hill riesce a metterci del suo rendendo meno brutto di quanto non sia realmente il seguente lungometraggio.

Quasi arrendendosi all'imposizione di un film di questo genere, il regista bandisce le ciance e sfrutta la possibilità di attingere ad una pellicola chiassosa per farne un gargantuesco ammontare di splatter, duelli con le asce, sparatorie e duetti on the road.

Hill decide di sfogarsi e dirige una specie di "48 ore" sproporzionato, non a caso ad affiancare come spalla Jimmy Bobo vi è il coreano Taylor Kwon che più volte rimanda al logorroico Eddie Murphy. 

Sorprendentemente Hill dimostra che in materia di ritmo non è secondo a nessuno ed ha ancora tanto da dare ad un certo cinema di genere, purtroppo relegato in questa pellicola deludente può fare ben poco se non lanciarsi a capofitto in un'esagerazione visiva e ad una regia vintage davvero affascinante.

 

Sylvester Stallone

Jimmy Bobo - Bullet to the Head (2012): Sylvester Stallone

 

Il vecchio Hill, malgrado sia stato scelto secondariamente per far parte del progetto, non abbandona specifici stilemi delle sue opere, quali la raffigurazione di una New Orleans nera e peccatrice, dando solo all'apparenza la sua visione del western metropolitano.

Esatto, purtroppo è solo apparenza, perchè andando oltre i primi sguardi quello che troviamo non è una trama priva di spessore, ma proprio un mero pretesto per concedere la lunga cavalcata di Sylvester Stallone.

Il risultato è che allo spettatore non resta che qualche buon elemento di Hill e qualche bel combattimento: tra questi vi è lo scontro con Jason Momoa; trasuda anni '80 da qualsiasi punto di vista, coreografico o simbolico che sia, il quale sicuramente elargirà un grosso sorriso allo spettatore nostalgico ma niente di più.

 

Un film ricreativo, insignificante e che volontariamente rifiuta qualsiasi inventiva nel tentativo di unire il mito dell'action anni '80 all'irriverenza del fumetto dei giorni nostri. Inutile dire che è un risultato piuttosto pietoso, da aggiungere alla filmografia di Stallone ma non a quella del buon cinema.

La sua unica fortuna è quella di aver dietro la mano di Walter Hill, la quale fa molta differenza salvandolo dal dimenticatoio ma non dalla mediocrità.

 

Scene Cult:

• Il combattimento tra Sylvester Stallone e Jason Momoa (lo scontro tra il vecchio mito del cinema action muscolare e il nuovo)

 

Pregi:

• La regia

• La spensieratezza e mancanza di serietà

• Le scenografie

 

Difetti:

 

• La sceneggiatura

• I personaggi

• L'eccessiva attenzione rivolta a Stallone

• La maldestra unione tra action anni '80 e action fumettistico moderno

• Evapora non lasciando niente allo spettatore

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