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Cesare deve morire

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su Cesare deve morire

di marco bi
8 stelle

Il primo premio è stato l'Orso d'oro al Festival di Berlino 2012, premio che non vinceva l’ Italia dal 1991, con ‘la casa del sorriso’ di Marco Ferreri. Poi ‘Cesare’ è stato candidato a 8 David di Donatello 2012 e ne ha vinti 5, compresi quelli per miglior film e miglior regista. Dopo aver vinto due nastri d’argento, il 26 settembre 2012...

Da Rebibbia a Hollywood.
 
‘Cesare deve morire’ sta vivendo un momento d’oro; macina record e vince premi. Film di grandi ‘affetti speciali’ e di ‘piccoli effetti speciali’, alcuni sono stati voluti dai registi, i ‘giovani’ fratelli Taviani, che si sono trovati relegati ai margini della ricca industria cinematografica e costretti dal basso budget (hanno girato con l’incredibile cifra di quasi un milione di euro in quattro settimane e in formato digitale), a sopperire con più idee e  sentimenti, altri ‘affetti-effetti’ sono nati in seguito, non voluti, come quando butti un sasso nello stagno e si creano tanti cerchi concentrici…così è successo al film e ora Paolo e Vittorio (stupiti ed increduli) e tutti quelli che hanno contribuito al film, si godono il meritato successo.
 
I primi ‘affetti’ sono quelli nati nei  registi e nei sensibili produttori per i detenuti-attori, dopo aver visto una rappresentazione teatrale dentro il carcere di Rebibbia. Decidono di fare un film con loro, un ibrido semi-documentario e nel corso delle riprese cambiano la sceneggiatura per seguire quello che nasce al contatto di quelle persone così diverse da tutti noi ma anche così umane e sofferenti. Quando è finito (dopo aver sormontato tanti ostacoli) lo mostrano a Nanni Moretti che ‘colpito’ decide di distribuirlo. Poi è la volta degli spettatori che lo stanno ancora vedendo e premiando nei cinema e nei festival di mezzo mondo, dove gli riservano sempre una calda accoglienza, finendo per commuoversi e affezionarsi a questi straordinari uomini-che-hanno-sbagliato della sezione di Alta Sicurezza di Rebibbia, persone dai volti intensi dove si specchia la loro anima dolente, che recitano come nessun attore potrebbe, con un’ urgenza, come se fosse questione di vita o di morte ... ma forse per loro lo era. Ovviamente questi stupefacenti reclusi non recitano bene (qualcuno però se la cava), non devono ‘recitare’, devono essere loro stessi, con i loro dialetti…se avessero ‘recitato’ il film non sarebbe stato così bello!

Un piccolo effetto speciale lo immagino nel complesso gioco di riflessi, fino alla  ‘messa in abisso’ (quando ci si mette tra due specchi e in ognuno si vede l’immagine riflessa all’infinito) tra i detenuti e i personaggi che interpretano. Il film è la ripresa della rappresentazione teatrale del Giulio Cesare di William Shakespeare (un autore capace di ‘arrivare’ a tutti), allestita da un gruppo scelto di reclusi di Rebibbia all’interno del carcere ma soprattutto è la ripresa delle relative prove con tutti i problemi che ne possono scaturire e di intensi momenti della loro triste vita. I detenuti probabilmente hanno vissuto (e perciò sono finiti in carcere) il desiderio spasmodico del  potere, la congiura, la falsità, il tradimento e la privazione della vita, argomenti che quando recitano nel Giulio Cesare sono costretti a rivivere di nuovo, chissà fino a che punto e  con quali devastanti drammi interiori  e allora anche i personaggi shakespeariani stessi, di riflesso, prenderanno una vita nuova, diversa da quella che il copione vorrebbe.  Altri detenuti, invece, possono godere di una certa forma di ‘libertà’, lasciando per un po’ i loro panni, la propria  quotidianità, immedesimandosi in un altro ruolo, magari anche completamente diverso da quello che avevano nella vita vera. Inoltre immagino la libertà che può dare il sapere di ‘essere’ in un film che viaggia nel mondo, facendo così ‘uscire’ dal carcere i protagonisti… e per noi  spettatori che siamo liberi, succede il contrario, per un po’ viviamo la prigionia! Giustamente il film è in bianco e nero fino alla coloratissima rappresentazione teatrale.

Il primo premio è stato  l'Orso d'oro al Festival di Berlino 2012, premio che non vinceva l’ Italia dal 1991, con ‘la casa del sorriso’ di Marco Ferreri. Poi ‘Cesare’ è stato candidato a 8 David di Donatello 2012 e ne ha vinti 5, compresi quelli per miglior film e miglior regista. Dopo aver vinto due nastri d’argento, il 26 settembre 2012, l'apposita Commissione lo ha selezionato come il candidato italiano che concorre ad entrare nella cinquina per il premio Oscar nella categoria‘miglior film straniero’ 2013. Venduto in oltre settanta Paesi in tutto il mondo, cosa che per un film italiano non accadeva da tempo, continua a ricevere premi minori ma sempre benvenuti. Per l’Oscar sarà dura…sembra che debba vedersela con 68 concorrenti provenienti da tutto il mondo... ma noi incrociamo le dita!
 
Spero che citare gli attori serva a fargli sentirsi un po’ meno il peso della reclusione: Giovanni Arcuri, Juan Dario Bonetti, Fabio Cavalli, Francesco Carusone, Pasquale Crapetti, Francesco De Masi, Antonio Frasca, Vincenzo Gallo, Maurilio Giaffreda, Rosario Majorana, Vittorio Parrella, Cosimo Rega, Fabio Rizzuto, Gennaro Solito, Salvatore Striano.

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