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Immaturi. Il viaggio

Regia di Paolo Genovese vedi scheda film

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La recensione su Immaturi. Il viaggio

di mm40
2 stelle

Immaturi – Il viaggio non è la banale riproposizione dei personaggi del precedente (di pochissimi mesi) Immaturi, inseriti nelle medesime situazioni e dinamiche interpersonali, degli stessi identici stereotipatissimi sketch, insomma, di mediocre fattura e risaputissimi contenuti; non è solo questo: è perfino peggio. Il successo fulminante di Immaturi porta Genovese a scrivere in fretta e furia un sequel che possa bissare la vacuità del primo film, uscendo nei cinema in tempo per il periodo post-natalizio e, chissà, magari anche aprirsi nel finale a nuovi sviluppi: da questo punto di vista la missione è perfettamente riuscita. Perché è tanta l’inconsistenza della storia che potrebbe benissimo esserci un seguito anche al secondo capitolo delle disavventure di questi quarantenni incredibili (nel senso che a tutto si può credere, tranne che a personaggi scritti così male e così tanto fuori dalla realtà), neo-maturi ma mai maturi a tutti gli effetti (grandiosa e innovativa la trovata di affiancare i binari della maturità-esame di stato a quelli della maturità-raggiungimento dell’età adulta, a proposito), sottoprodotti di una sottocultura italiota prettamente anni ’80 (goliardia, sentimentalismo alla Sapore di sale, gallismo, buonismo dilagante; e sempre tralasciando la piena e soddisfatta occupazione che fa così tanto yuppies e così per nulla 2012). Insomma, Immaturi – Il viaggio sembra realizzato apposta per innervosire e infastidire le coscienza critica del pubblico, ce ne fosse ancora una: più televisivo che cinematografico, con un manipolo di incapaci come interpreti (si salvano, chi più e chi meno, veterani come Giovanna Ralli e Maurizio Mattioli e attori come Bova, la Caprioli o la Bobulova: il resto del cast va dall’inqualificabile in giù) e, dulcis in fundo, senza tralasciare la comparsata involontariamente demenziale di Luca Zingaretti (solitamente a questo punto si aggiungerebbe: ‘vedere per credere’; qui, per il bene dei lettori, ci si limita piuttosto a un generico ‘fidatevi’). Andrea Guerra, figlio di Tonino, cura un’insopportabilmente piatta colonna sonora; un terzo del film è infine occupato da vistose e pacchiane cartoline della Grecia. Un film fuori dal mondo, per un pubblico da terzo mondo (cinematograficamente parlando). 1/10.

Sulla trama

Un gruppo di quarantenni che, a causa di un errore burocratico, ha appena sostenuto di nuovo l’esame di stato, parte per la più classica delle vacanze post-maturità: la Grecia. Li attendono nuovi amori, tradimenti e persino il carcere.

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