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Mutande pazze

Regia di Roberto D'Agostino vedi scheda film

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La recensione su Mutande pazze

di mmciak
2 stelle

"Mutande pazze" diretto nel 1990 da
Roberto D'Agostino,devo dire che non mi
è piaciuto per niente.

La storia si svolge a Roma dove Alessia,
valletta televisiva, tenta di conquistare il favore
di un funzionario che si rivela però di gusti non ortodossi
e allora tenta con il ministro.

Amalia, presentatrice di uno show salutista mattutino,
soddisfa il direttore generale dell'azienda che è
masochista per poter andare in prima serata.

Stefania si "spende" molto per lavorare nel film osé di un
noto regista,ma frequenta troppo l'amica Beatrice,
che sembra non interessata al mondo dello spettacolo.

Il Film è il primo e unico (meno male!) del tuttologo
del nulla Roberto D'Agostino,che sfrutta l'articolo 28,
che sono i finanziamenti statali,per realizzare questo
B Movie che è un complimento chiamarlo così,
meglio definirlo Z Movie o semplicemente Trash Movie,
ma siamo lontani a quello che potrebbe essere chiamato
Film.

Che poi parlare di regia è azzardato perché è
a livello amatoriale,con un montaggio disconnesso,
ed è un guazzabuglio senza capo né coda.

La pellicola ha l'idea iniziale di fare
una critica verso il sistema dello spettacolo
e politico,anticipando poi gli scandali che sono
successi negli anni successivi,però
ha il modo di descrivere un Italia
che pensa solo a scopare e ai soldi,
e soprattutto ad affermarsi in tv,
cosa che mi auguro non
sia così senno siamo rovinati.

Comunque se devo scrivere tecnicamente
sulla pellicola non salverei niente
perché la trama non c'è e quel minimo è pure scontata,
i personaggi non sono caratterizzati e c'è un vuoto intorno
dove ci sono dei dialoghi imbarazzanti e inascoltabili
per la volgarità gratuita,che ti fanno accapponare la pelle,
rimanendo sbigottito e disarmato.

Comunque D'Agostino meno male che non ha più
fatto del Cinema perché non è capace
a dirigere e fa quella che dovrebbe essere
una parodia dell'Italia con i cloni di Tinto Brass
(che è troppo sopra le righe) e Vittorio Sgarbi.

Che poi durante la visione pensavo:"Ma forse se faceva un Film
porno era anche più dignitoso!".

Poi ha pure sbagliato come fa il provino Tinto Brass,
pure i sassi sanno che lo fa con "la prova della monetina",
che non è neanche accennata.

Invece butta alle ortiche un idea che poi non era malvagia,
e nel Cast tecnico ci sono pure dei grandi come Alfio Contini
come direttore della fotografia che non si sa come ci è finito
qui dentro.

Poi la scena dove la guerritore dice andando via
dalla festa:"Non c'è nessuno tranne noi mostri!"
citando una frase famosa,qui è ridicola.

Nel Cast riesce a sprecare alla grande la brava
Monica Guerritore e la da poco scomparsa
Marisa Merlini,che rivedendola nel suo modo
di fare ti viene la malinconia.

Purtroppo neanche la direzione degli Attori
si salva,a parte le ultime citate,
dove figurano:

Eva Grimaldi-Debora Calì-Barbara Vinci-
Sergio Vastano-Irma Capece Minutolo-
Raoul Bova-Aldo Busi (partecipazione
straordinaria!e che partecipazione!)-
Tiziana D'Arcangelo-Flavio Andreini-
Giorgio Biavati-Silvana Bosi-runo Corazzari-
Delia D'Alberti-Venantino Venantini-Giovanni Visentin-
Ivan Lucarelli-Luigi Petrucci-Umberto Raho-
Emidio La Vella-Aldo Ralli e Giulia Urso.

In conclusione un Film inguardabile,
tra i peggiori realizzati in Italia negli ultimi anni,
che in confronto "le scollacciate" e le
"Vanzinate" sono dei capolavori rivalutandole,
che fin dal principio ti sembra di assistere
a un prodotto amatoriale (ma nel vero senso della
parola) che il regista (?) Roberto D'Agostino,
fa tutto quello che non bisogna fare per fare un Film,
sbagliando i tempi e i modi,con una trama che non esiste
è intorno il vuoto assoluto e il non senso della misura,
per un prodotto confuso e una regia piatta dove neanche
gli Attori riescono a convincerti e dove l'obbiettivo
principale e scopare e dove ci sono tette e culi a gò gò,
dove Busi finisce a girare nudo in mezzo a uno spettacolo.

Poi il fatto che è stato realizzato con i finanziamenti
statali ti viene da arrabbiarti,ma anche rabbrividirti.

Insomma in tutto questo pattume e piattume
generale,che rappresenta l'emblema della schifezza,
resta il fatto che non vedi
l'ora che arrivano i titoli di coda,
per fare un sospiro di sollievo.

Il mio voto: 1.

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